Everhood è il primo progetto indie sviluppato dalla software house Foreign Gnomes ed edito da Sunfire.Games, in uscita oggi (4 marzo 2021) per PC (via Steam) e Switch; si tratta di un titolo decisamente bizzarro ed a tratti sperimentale che non riesco a classificare in maniera semplice, questp principalmente per via del suo connubiare elementi provenienti dai rythm game a dinamiche rpg nonché ad evidentissimi richiami all’apprezzatissimo Undertale.
Questo indie, nella sua stranezza e peculiarità, è riuscito a coinvolgermi grazie al suo climax, alla narrazione suscettibile alla scelte del personaggio ed al suo grado sfida crescente man mano che si procede al suo interno. Un gigantesco trip psichedelico decisamente più profondo di quel che traspare superficialmente e che ho avuto modo di provare in anteprima per voi. Sedetevi comodi e lasciate che vi spieghi nel dettaglio tutto quello che è riuscito a conquistarmi di Everhood.
Un ultimo ballo scatenato
Entrando in Everhood si varcano le soglie del mistico, lasciandoci la realtà con le sue rigide leggi e la sua caducità alle spalle, entrando in un piano d’esistenza totalmente alienante, colorato, psichedelico ed assolutamente immortale. Lo faremo nei panni di Rosso, una marionetta di legno senza una storia alle spalle, a cui un misterioso gnometto chiamato Ladro Blu ruba (che sorpresa!) il braccio destro.
È proprio nel seguire questo ladro maledetto nel tentativo di recuperare il nostro arto che iniziamo a prendere dimestichezza con le dinamiche di gameplay che il titolo ci offre: Everhood ha un’impostazione a cavallo tra l’rpg e l’avventura grafica a livello narrativo, in quanto il dialogare con gli npc, raccogliere gli oggetti dell’ambiente circostante e fare scelte che sanciranno il destino della nostra marionetta sarà il nucleo di tutta l’esperienza; ma in un mondo come questo vi è anche conflitto ed ostilità, espressi a mo’ di balli scatenati con cui i nemici cercheranno di distruggerci emanando onde d’energia da evitare prontamente, fornendo al titolo un piacevolissimo tocco da rythm game pur essendo qualcosa di più.
Dopo aver superato qualche ostacolo posto tra noi e lo gnomo a mo’ di tutorial, scopriamo chi si cela veramente dietro al furto del braccio: un essere spregevole ed orribile noto come Maiale Dorato, autoproclamatosi imperatore di questo dominio. Ma il Maiale non è un tipo a cui piace perder tempo in chiacchiere, gettandoci subito in un inceneritore dal quale non si ha via di scampo. Ed il viaggio che era appena iniziato sembrerebbe essere già giunto al termine.
Ma qualcuno ha in serbo altro per noi, non sappiamo bene chi o cosa, ma in questo modo il viaggio per recuperare ciò che che è stato rubato può riprendere. Uscendo dall’inceneritore troveremo proprio Blu, ormai privato anch’egli delle gambe dal suo perfido padrone e che invoca la sua vendetta chiedendoci di portarlo con sé. Sta in questa scelta, la prima a cambiare il corso della storia, ad inaugurare veramente Everhood, tra personaggi bizzarri, citazioni geek ed un groove decisamente coinvolgente. Pronti a scoprire la verità celata dietro a questo velo di Maia fatto di luce, musica e colori? Che l’ultimo ballo abbia inizio dunque!
Psichedelico ai limiti dell’inverosimile
Lo stile artistico di Everhood è decisamente particolare e caratteristico nella sua semplicità, in cui le ambientazioni risultano essere aliene e stravaganti, presentando un lieve sentore di decadenza che ben si sposa alla lore del gioco che viene pian piano a galla man mano che si avanza nel titolo.
Ma è durante le battaglie che il comparto tecnico del titolo risplende con tutta la sua forza, grazie ad un’ottima sinergia che si viene a creare tra gameplay, colonna sonora e distorsioni grafiche che i nemici utilizzeranno contro di noi. Insomma un titolo indie che sa sfruttare benissimo il suo budget limitato, mostrando che anche la semplicità può generare prodotti degni di nota e apprezzamento come può essere Everhood.
Conclusioni
Everhoodmi ha colpito nel vivo, suscitando la mia curiosità più profonda già dopo la prima ora, in cui mi sono reso conto che al suo interno vi si trovava una riflessione filosofica ben più profonda di quanto si possa pensare guardandolo in modo superficiale. Mi è capitato raramente di trovarmi di fronte ad un titolo indie così ben curato e ricco di possibilità pur nella sua realizzazione semplicistica. Ma nonostante tutto questo, potrebbe non riuscire a conquistare tutti, proprio per questa sua stranezza che potrebbe non essere apprezzata e capita da molti.
Everhood non pretende assolutamente di avere la storyline migliore del decennio, anzi guardata poco attentamente potrebbe sembrare un semplice susseguirsi di eventi sconclusionati e scollegati tra loro. Lo scopo di questo gioco va cercato con attenzione in tutti i dettagli posti sapientemente dai Foreign Gnomes al suo interno, e solo in questo modo si potrà accedere al vero e proprio finale. Un’esperienza videoludica che consiglio molto per via di quello che mi ha lasciato ed assolutamente rigiocabile per scoprire le varie possibilità narrative che offre e che potete trovare a 14,99 € negli store digitali.
Versione testata: Switch, grazie al codice digitale fornito dal publisher