Il piccolo team di Warcave ha già fatto il suo debutto nel 2019, con War Party, un RTS con un design molto più colorato rispetto a questo Black Legend, che è invece un RPG tattico a turni con un’atmosfera molto più oscura. Uscito il 25 Marzo 2021 per PlayStation 4, PlayStation 5, Nintendo Switch, PC, Xbox One e Xbox Series X|S, vediamo come lo studio indipendente se l’è cavata con questo secondogenito.
Avremmo dovuto prendere l’uscita di destra a Silent Hill
Nella città fittizia di Grant, la pratica dell’alchimia del maestro Mephisto ha portato grandi progressi e prosperità a buona parte della popolazione, ma allo stesso tempo anche un disastro non da poco. Una nebbia permanente e misteriosa, infatti, ha provocato la pazzia in molte persone, rendendole degli assassini spietati che attaccano chiunque capiti loro a tiro. I discepoli dell’alchimista poi hanno preso il controllo della città, spinti dalla venerazione zelante della nebbia stessa, portandola all’isolamento dal mondo esterno e intrappolando i pochi individui sani rimasti insieme ai folli assetati di sangue.
È qui che il protagonista arriva a Grant e, insieme a un manipolo di mercenari, affronta le strade della città e i suoi violenti abitanti.
La trama di Black Legend è a dir poco minimalista: i mercenari interagiscono con pochi personaggi, i quali poi sono per la maggior parte di poco spessore o interesse. Un problema non da poco in un RPG.
Anche il quest design lascia a desiderare. Dopo un breve tutorial, le missioni principali che ci vengono affidate risultano spesso ripetitive. La storia si sviluppa tra fetch quest e boss fight, fino all’epilogo, in cui la conclusione della trama assomiglia più ad una schermata di vittoria. Il colpo di scena finale non ha né capo né coda. Nelle sue 10 ore scarse di gioco, Black Legend non riesce mai a rendersi memorabile, nonostante alcuni piccoli sprazzi di buon world-building.
Una mappa non sarebbe male
Passando al gameplay, ci troviamo davanti a due attività principali: l’esplorazione di Grant e le battaglie contro cultisti e boss. Entrambe queste attività hanno difetti che provocheranno più di una frustrazione.
L’esplorazione è abbastanza diretta e basta aguzzare la vista per trovare le casse di loot sparse nelle strade abbandonate. La mancanza di una mappa rende difficile orientarsi per la città e ci si ritroverà a girare in tondo alla ricerca di segnali. Questa situazione è aggravata dalla scarsità di punti di riferimento e dalla blandezza del titolo in termini di design e di colori nei vari quartieri.
Fortunatamente le pattuglie nemiche – il cui cono di visione è facilmente intuibile, permettendo dunque al giocatore di evitare gli scontri – sono ben visibili e messe oltretutto in evidenza nell’area. Forse anche troppo, considerando che mi ha dato la possibilità di saltare completamente una battaglia della quest principale.
Passando in fine al sistema di combattimento, ci troviamo di fronte ad uno degli elementi del gioco realizzati meglio, il quale però presenta comunque delle lacune. Le battaglie si basano su iniziativa a turni con punti azione utilizzabili dai personaggi, per muoversi sulla griglia ed eseguire attacchi e azioni. I quattro personaggi del giocatore iniziano tutti con la stessa classe: il mercenario. Raccogliere armi consente di sbloccare classi e apprendere abilità addirittura trasferibili una volta padroneggiate. Ciò rende possibile la specializzazione in vari ruoli e bonus alla crescita delle statistiche. Ruoli come ad esempio la Guardia, forte sull’attirare l’attenzione dei nemici e aumentare gli HP massimi, e il Duellante, perfetto per il DPS e per aumentare attacco e agilità.
Full Assault Alchemist
È importante che ogni personaggio abbia a disposizione un buon numero di abilità per via della meccanica principale che regola gli scontri, la medesima sia per i propri personaggi e che per i nemici: il Colpo Catalizzatore. L’attacco base non infligge una grande quantità di danno, ma le abilità permettono di infliggere quattro possibili elementi: Oro, Argento, Nero e Rosso, fino a tre cariche di ciascuno.
Combinando insieme cariche di elementi adiacenti nel rombo visibile sull’interfaccia sopra ogni personaggio, queste possono essere catalizzate con un attacco fisico, infliggendo danni extra a crescita esponenziale. I personaggi si possono specializzare per infliggere una o più cariche dei vari elementi che culminano in un attacco devastante, capace di sconfiggere gli avversari in un colpo solo. Imparare a sfruttare questo sistema è una delle esperienze più divertenti offerte da Black Legend.
Sfortunatamente anche in questo aspetto il gioco lascia scoperto il fianco. L’IA degli avversari è abbastanza intelligente da concentrarsi sui personaggi più deboli, ma solo nemici di specifiche classi sono in grado di coordinarsi e sfruttare questa meccanica. Anche la progressione ha problemi di sbilanciamento. Così come in altri SRPG, ogni azione compiuta fa guadagnare punti esperienza ai personaggi del giocatore, ma alcune abilità multicolpo consentono di ottenere fino al triplo dell’esperienza. Questa svista ha fatto in modo che il mio duellante, con il suo triplo attacco, abbia raggiunto un livello altissimo rispetti agli altri personaggi, risultando quasi intoccabile ai nemici e in grado di sconfiggere facilmente buona parte dei boss. Non esattamente una sfida, indipendentemente dal livello di difficoltà.
Riguardo appunto la difficoltà, il gioco è ricco di opzioni. Oltre a facile, normale e difficile, ci viene presentato anche un livello di difficoltà personalizzabile che permette di controllare molti aspetti dell’avventura, come la quantità di loot ed esperienza ottenibili dopo gli scontri, e il recupero di HP post battaglia. È consigliabile cominciare le prime partite con la scelta “dopo ogni scontro”. Inizialmente i combattimenti sono punitivi e le pozioni curative, acquistabili presso l’unico mercante presente nell’hub, hanno prezzi proibitivi. È un sistema che premia il grinding e che porterà i giocatori ancora più in fretta a stancarsi di Grant.
Ci vedo poco e quello che vedo non mi piace
L’aspetto grafico di Black Legend è tra i più scusabili, si tratta di una piccola produzione dopotutto. Ciò che purtroppo manca al titolo, rispetto ad altri indie, è una vera identità visiva. Grant possiede una scarsa palette di colori basata su grigio, rosso scuro e marrone che rende difficile l’orientamento. L’architettura degli edifici è poi solo vagamente realistica rispetto al periodo storico richiamato – la fine del Seicento – ma questo contribuisce soprattutto a renderla più noiosa e dimenticabile. Non vi troverete mai di fronte una struttura che resta impressa nella memoria, eccetto forse una delle aree finali in una distilleria.
Tecnicamente siamo di fronte a un titolo che sembra bloccato tra la generazione PS3 e PS4. Texture scialbe, illuminazione dinamica basilare ed animazioni di bassa qualità che danno poco impatto e variazione alle abilità. La nebbia, una colonna portante dell’ambientazione, risulta a malapena visibile nella visuale isometrica del gioco. Non pochi i glitch visivi e i bug incontrati nella mia run, tra cui un crash consistente che mi ha costretto a ricominciare da capo. Attualmente Black Legend ha ancora bisogno del supporto degli sviluppatori.
Voci nella nebbia
Il sonoro è un aspetto ambivalente: le musiche sono adatte al tono presentato e il tema degli scontri casuali si rende memorabile. Gli effetti sonori sono però di bassa qualità e fanno perdere impatto agli attacchi. Tuttavia il doppiaggio dei PNG, per le quest principali e secondarie, risulta di una qualità sorprendente ed è uno dei pochi elementi che riesce a rendere meglio l’atmosfera più oscura del titolo.
Conclusione
Black Legend è un gioco con delle ambizioni interessanti. Il gameplay è ben strutturato nei combattimenti, l’atmosfera oscura della città perduta in una folle alchimia di pazzia e violenza è ben eseguita sotto alcuni punti di vista (come il doppiaggio e una delle quest secondarie) e anche alcuni dei temi sollevati dalla scoperta delle origini della nebbia sono di buona profondità. Sfortunatamente le molte mancanze tecniche non permettono di godersi il titolo senza lasciarsi distrarre dalle stonature suddette ma, se siete appasionati di RPG tattici, fateci un pensiero. Le strade nebbiose di Grant, potrebbero valere il prezzo del biglietto, soprattutto in vista di patch migliorative.
Codice per la versione PS4 fornito gratuitamente a scopo di recensione da Warcave