[table id=79 /]
Forse lo conoscete per le strisce di A panda piace, presenti nel web da ormai ben 13 anni. O forse per essere uno dei pochi eletti ad aver pubblicato in formato manga con Sergio Bonelli Editore, grazie alla saga di Attica, conclusasi proprio l’anno scorso. Oppure ancora magari per Il suono del mondo a memoria, graphic novel del 2017.
In ogni caso, vi sarà quasi sicuramente capitato di incrociare Giacomo Keison Bevilacqua e, se così non fosse, questa è la volta buona per imparare a conoscerlo.
Meno di una settimana fa, infatti, è uscito il suo ultimo romanzo grafico: Troppo facile amarti in vacanza, pubblicato da Bao Publishing.
Si tratta di un mix tra un road movie e un’opera felliniana altamente simbolica e narra di un’Italia al suo massimo stato di degrado. Per farlo si serve di una giovane protagonista, forte e indipendente, che vuole scappare dal decadimento del suo paese.
Ma andiamo con calma, un passo alla volta, focalizzandoci su ogni singolo dettaglio che rende Troppo facile amarti in vacanza indispensabile nella libreria di qualsiasi lettore.
![](https://media.serialgamer.it/2021/05/image_2021-05-18_21-32-12-1064x720.png)
Un’importante cura editoriale e stilistica.
La prima cosa che si nota del volume è il peso. Rispetto a molte altre opere di Keison, la cui versione fisica è maneggevole, flessibile e a volte pure tascabile, Troppo facile amarti in vacanza ha una copertina rigida cartonata e 240 pagine da 140 grammi. Una cura editoriale che solitamente si trova per volumi importanti, fatti per resistere alle usure del tempo, statuari sugli scaffalli, sempre pronti a essere consultati. Un po’ come le enciclopedie o i libri di design o fotografia professionale.
E a proposito di libri di fotografia professionale, la narrazione è costituita quasi principalmente da moltissime tavole silenziose, totalmente prive di balloons. Le vignette, prevalentemente dedicate a panoramiche, sono molto evocative e rendono di facile comprensione la scena, le emozioni e il contesto, anche senza l’ausilio di un narratore.
Tutto questo almeno per quel che riguarda il filone narrativo principale che segue le vicende di una ragazza, Linda, e del suo cane, Follia.
![](https://media.serialgamer.it/2021/05/image_2021-05-18_21-32-32-1062x720.png)
Storia di una fuga lenta.
I due hanno deciso di andarsene. Si dirigono a nord, a piedi, zaino in spalla. Fuggono dall’Italia, ormai totalmente in preda all’idiocrazia. Essa è infatti diventata un paese abbandonato a se stesso in cui sopravvivono solo vecchi, ricchi e ignoranti. Tutte categorie che Linda troverà lungo il suo percorso e con le quali dovrà confrontarsi, lentamente, proprio come il suo viaggio.
Ogni conflitto, un capitolo. Ogni capitolo, una città. Ogni città, un tema sociale.
Una strutturazione che vuole evidenziare come determinate problematiche dell’Italia moderna siano generalizzate a tutto il paese e come queste lo stiano corrodendo pian piano.
Ad accompagnare questo filone “panoramico”, ne abbiamo un altro più introspettivo. Questo presenta una conversazione a più riprese con Aman, un ragazzo dalla carnagione olivastra, figlio di un italiano e di una donna straniera, proveniente da un paese non specificato.
Così come ogni capitolo si apre con il titolo di una canzone – dando all’opera di Keison una vera e propria colonna sonora – ogni capitolo termina anche con il tranquillo Aman, che racconta episodi della propria infanzia con la madre. Il confronto tra i due ragazzi dà un punto fermo a ogni sequenza, esprimendo il punto di vista resiliente e nonviolento di Aman, in totale contrapposizione alla visione netta, arrabbiata, ma soprattutto stufa di Linda che vediamo e impariamo a conoscere esclusivamente durante il filone narrativo principale. Una visione, però, che rimane perlopiù celata sotto una calma che è solo esteriore.
![](https://media.serialgamer.it/2021/05/image_2021-05-18_21-32-49-530x720.png)
Conclusioni.
L’equilibrio tra i due setting, che rappresentano uno il micro e l’altro il macro, è costruito in maniera magistrale. Un ritmo narrativo lento, ma incalzante, con un climax emotivo dalla forza inaspettata. Troppo facile amarti in vacanza studia l’Italia attuale e la porta all’esasperazione, fornendo uno spaccato crudo, ma quanto mai reale.
Un’opera che, come suddetto, non può assolutamente mancare nella libreria di qualsiasi lettore e che potrà sempre aiutarci a riacquistare le energie per affrontare il futuro e la speranza per plasmarlo come vorremmo.