Quando ero ancora un bambino ero solito “rubare” il cellulare dei miei genitori per potermi dilettare a giocare ai pochi giochi presenti su quel dispositivo. Era il periodo d’oro di Snake e altri capisaldi e sul Nokia 3310 dei miei (all’epoca un cellulare all’avanguardia che faceva gridare al miracolo) non mancava quasi nulla. Tra i titoli che potevo scegliere c’era Space Impact, un avventura a scorrimento orizzontale nella quale i giocatori, nei panni di una piccola navicella spaziale, viaggiavano attraverso svariati livelli affrontando astronavi avversarie e losche figure aliene.
Quello che era per i miei genitori un incubo che li condannava ad avere il cellulare perennemente scarico era per me un piccolo sogno, che attraverso quel semplice gioco mi regalava un senso di appagamento e il desiderio di mettermi di nuovo alla prova per superare i miei punteggi
Oggi, nel 2017, mi è sembrato di rivivere un piacevole Déjà-vue, giocando a Drifting Lands.
NEMICI A TIRO
Il titolo sviluppato da Alkemi infatti si presenta basato sulle fondamenta poste da questo piccolo ma importante predecessore: il gameplay del prodotto infatti è molto simile nelle meccaniche di gioco, ma gradevolmente migliorato in una serie di aspetti che fanno si che Drifting Lands si dimostri un evoluzione finale depositaria di un esperienza Arcade di ormai quasi due decenni fa, ma perfettamente declinata per essere di grande impatto ai giorni nostri.
La nostra navicella si muoverà infatti orizzontalmente sullo schermo falcidiando orde di veicoli nemici, ma sarà anche supportata da un forte comparto tipico del genere GDR capace di spingere il giocatore a spendere una discreta quantità di tempo per creare quella che sarà una vera e propria Build per il nostro mezzo. Avremo dunque a disposizione vari tipi di navette che seguiranno archetipi di gioco diversi (tank, damage dealer, o versioni più equilibrate) che andranno migliorate attraverso varie componenti come cannoni, corazze e modifiche varie sia droppabili sul campo di battaglia sia acquistabili tramite la moneta di gioco, che si ottiene semplicemente chiudendo livelli e sconfiggendo nemici. Semplice ma efficace, il gameplay si dimostra sapiente nell’attingere a piene mani dalla fonte della quintessenza di un gioco di ruolo classico capace di donare longevità e spunti di gioco per chiunque abbia piacere nel vedere una sua creatura (PG o mezzo) diventare sempre più performante nel mondo di gioco.
Nella sua pagina del negozio di Steam, il titolo viene accostato al nome di Diablo, altro celeberrimo RPG col quale però onestamente Drifting Lands non ha davvero nulla a che spartire, se non forse la quantità di nemici a schermo (che non rende comunque a mio parere lecito il name dropping della saga di Blizzard)
“CAPITANO C’È UN PROBLEMA…”. “FATE FUOCO”
Un altro elemento che impreziosisce quest’opera differenziandola dal resto del panorama del genere arcade, è la presenza di una vera e propria storyline che narra di un futuro remoto nel quale la nostra Terra viene spaccata in frammenti a causa di una non meglio specificata catastrofe, e dove gli uomini per sopravvivere devono spostarsi in delle Arche volanti, attorno alle quali gravitano quelle che sono le principali attività umane, quali commercio, caccia et cetera et cetera. Noi vestiremo i panni del pilota di una delle molte navette che sciamano intorno all’Arca, col compito di difenderla dagli attacchi nemici.
La trama è discretamente profonda, ma i personaggi, sebbene abbastanza interessanti risultano forse troppo stereotipati, e le linee di dialogo che ne scaturiscono appaiono poco ispirate. Inoltre la narrazione, così bisognosa di una riflessione e di un grado di immersione notevole per essere goduta appieno, non riesce a sposarsi a dovere col gameplay frenetico, scindendo così le due componenti, che seppure anche singolarmente non sgradevoli, avrebbero potuto amalgamarsi in una maniera migliore per aumentare esponenzialmente la qualità dell’esperienza del prodotto.
ANALISI DEL CAMPO DI BATTAGLIA
Il comparto tecnico del titolo è tranquillamente accettabile, ma presenta alcuni problemi, principalmente legati ad un frame rate non solidissimo, sia in alcune fasi di combattimento dove il numero di nemici a schermo diventa difficile da gestire, sia in momenti più “insospettabili” dove durante le brevi sequenze filmate le immagini sono vittime di scatti ingiustificati.
Le scelte artistiche operate dal team di sviluppo invece sono perlopiù impeccabili: le animazioni nelle fasi più action sono accattivanti e piacevoli e gli sfondi sui quali andremo a combattere sono abbastanza vari. Per ciò che concerne i momenti in cui non saremo a bordo della nostra navicella e nei quali si snoda principalmente la storia, il design dei personaggi e ambientazioni riesce a trasmettere perfettamente l’idea di un mondo polveroso e stanco, dove un’umanità rassegnata combatte per la sua sopravvivenza a dispetto delle difficoltà.
La colonna sonora è uno dei fiori all’occhiello dell’intera opera, e sebbene i brani spesso si ripetano, sono tutti indistintamente di ottima fattura, perfetto sottofondo per i momenti in cui a bordo della nostra nave andremo a ricordare ai nostri nemici chi è il pilota più cattivo e spericolato delle Drifting Lands.
In conclusione Drifting Lands è un titolo ad un primo sguardo semplice, ma capace di stupire in seguito ad un’analisi appena più approfondita. Il mix di generi di cui si fa forte è in grado di stregare più classi di giocatori, che trarranno un grande diletto chi dalle parti arcade, chi dalle meccaniche GDR, chi da entrambe. Chiunque provasse nostalgia per un titolo del genere scoprirà in Drifting Lands il punto di arrivo di due decenni di evoluzione e i fasti di una maturazione cosciente e ottimale.