Dobbiamo intraprendere un viaggio alla ricerca delle proprie origini, esplorando territori sconosciuti nella speranza di trovare nuove risposte; si tratta di un altro film dedicato alla celebre serie fantascientifica di Star Trek? Assolutamente no, stiamo parlando di The Vagrant, il nuovo titolo sviluppato e pubblicato dalla software house indipendente O.T.K. Games disponibile dal 9 giugno sullo store di Valve in accesso anticipato.
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A discapito dell’animo epico-cavalleresco della narrazione, il gioco presenta tratti e caratteristiche che lo accomunano più di quanto si creda ad una vera e propria opera d’arte in 2D, grazie ai suoi scenari dipinti interamente a mano che trasudano grazia e raffinatezza da ogni pixel; un vincente connubio tra la frenesia e l’azione di titoli come Devil May Cry e Castlevania e lo stile poetico quasi trascendente di Child of Light.
La Vivian Furiosa
Una volta non si diceva che doveva essere il nobile cavaliere o il principe azzurro a dover salvare la dolce donzella in pericolo per conquistare la sua mano e vivere per sempre felici e contenti? Scordatevi questo mito poiché qui sembra essere niente di più di una strana e poco attendibile leggenda metropolitana.
La protagonista della vicenda è infatti Vivian, una giovane ragazza di bella presenza atletica, muscolosa, dalla chioma fluente e con due gran belle… mani! In grado di impugnare la più pesante delle spade e di sferrare letali fendenti.
L’intreccio è di per sé molto frenetico, raccontato per mezzo di dialoghi per lo più scritti (sono infatti piuttosto rare le scene parlate e solo in lingua originale cinese): l’avventura ha inizio a bordo di un vascello, con la ragazza intenta a meditare sul proprio passato e sul viaggio che ha deciso di intraprendere; sta infatti cercando di seguire le orme del padre ormai perduto, i cui unici ricordi sono ora legati ad alcuni scritti che ha lasciato prima di allontanarsi dalla famiglia.
Viene subito risvegliata dal suo sogno ad occhi aperti da una strana e sconosciuta presenza che la sprona ad andare avanti e a compiere il proprio destino, se non fosse che una tempesta comparsa dal nulla percuote la nave fino ad affondarla, facendo così naufragare la povera Vivian che rimarrà in balia delle acque fintanto che, stremata, raggiungerà le sponde di un piccolo villaggio.
Da lì in poi il suo obiettivo sarà quello di raggiungere la città di Mythrilia nella speranza di trovare risposte alle sue domande, un compito per nulla facile che metterà a dura prova sia la sua abilità di guerriera, vista la quantità di bestie feroci che infestano le zone limitrofe, che il suo animo nobile poiché in varie occasioni si ritroverà a dover soccorrere gente del posto in difficoltà, oppure svolgere determinati compiti che richiedono coraggio e determinazione.
Vivania May Cry
Dalle scene di combattimento ricorrenti ed incalzanti, passando per i temi trattati, per arrivare al tono solenne tenuto durante le conversazioni anche con semplici popolani, tutto rimanda all’epica cavalleresca, con una trama ed un gameplay che sembrano pensati da Ludovico Ariosto, anche se lo stile in cui tutto ciò viene rappresentato è chiaramente in chiave più moderna: The Vagrant infatti offre un sistema di combattimento molto complesso e variegato per essere un titolo 2D, con diversi tipi di nemici da affrontare, numerose abilità per far fronte ad ogni genere di difficoltà che ci si può parare dinnanzi sfruttabili grazie al grande arsenale di combo disponibili.
Utilizzando un controller Xbox One S come nel mio caso (ci tengo a precisare che l’uso di un joypad è caldamente consigliato dagli stessi sviluppatori, come si può leggere dalla schermata iniziale avviando il gioco), si può facilmente notare come il sistema di combattimento non sia affatto dissimile da quello di un’avventura dinamica come Castlevania: Lords of Shadow o di un picchiaduro come Tekken: a ogni pulsante corrispondono mosse di combattimento specifiche che hanno effetti diversi sui nemici che si incontrano, di base con “X” si hanno a disposizione gli attacchi rapidi, con “Y” quelli pesanti, mentre con “B” le mosse speciali che consumano la barra di energia, nominata nel gioco come “Rage“.
Entrano poi in gioco le combo, molto importanti per diversificare le proprie mosse in base alla situazione, che permettono di concatenare attacchi leggeri e pesanti generando azioni spesso più potenti che possono buttare a terra gli avversari o lanciarli in aria per poi finirli senza dare loro tregua.
Questa serie di combinazioni unite alla capacità di scattare in avanti o indietro e a quella di schivare con “RT”, costituiscono la base del gameplay di The Vagrant, anche se la componente action non è la sola presente in questo titolo.
Vi sono infatti chiari elementi GDR, a partire dai punti “Mana“, una valuta che può essere spesa per imparare nuove skill dall’albero di progressione, molto elaborato e dettagliato, raggiungibile attraverso il menù, oppure per potenziare armi ed armature, facendole aumentare di livello. Proseguendo nell’avventura sarà anche possibile associare Rune a queste ultime; questo tipo di upgrade permette di attribuire effetti aggiuntivi di varia natura, come l’aumento di attacco o difesa.
Sono addirittura presenti equipaggiamenti specifici con danni elementali, suddivisi in fuoco, tuono e ghiaccio, che hanno rispettivamente l’effetto di infliggere colpi molto potenti, trasferire parte del danno inflitto al singolo bersaglio anche a quelli circostanti con la probabilità di attribuire loro un malus temporaneo e di rallentare i nemici che vengono a contatto della lama.
Per non dilungarmi troppo nei tecnicismi del gameplay, vi basti sapere che tutto quello che è stato descritto in precedenza rappresenta soltanto una parte del totale di migliorie e oggetti e meccaniche presenti in-game: si possono infatti acquistare dai venditori cibi che hanno effetti diversi sulle statistiche della nostra eroina, oppure è possibile raccogliere ingredienti per poi cucinare ai falò che rappresentano anche i punti di checkpoint e salvataggio (questo dovrebbe ricordare qualcosa agli amanti di Dark Souls visto che il loro utilizzo comporterà il respawn dei nemici nelle aree già esplorate), sfruttare consumabili e pozioni, ognuna con un effetto diverso e così via.
Considerando che quanto trattato rappresenta solamente il contenuto dei primi due capitoli di The Vagrant e che gli sviluppatori stanno ancora lavorando alla versione completa che ne conterrà un totale di sei, posso permettermi di affermare con una certa tranquillità che il potenziale di quest’opera è davvero notevole.
The Vagrant: un’atmosfera squisitamente poetica
Il lato “femminile” di questo titolo si manifesta nel suo comparto grafico, che mette in rilievo i disegni realizzati a mano che costituiscono l’intera ambientazione, in grado di trasportare il giocatore in un paesaggio idilliaco veramente suggestivo, con un tocco di classe che ricorda molto l’impronta inconfondibile lasciata dal capolavoro Child of Light, anche se attualmente non riesce a raggiungerlo.
Le animazioni non sono da meno, in quanto si dimostrano semplici e d’effetto, con dettagli diversi a seconda del tipo di abilità utilizzato (pesante o leggero), senza considerare il fatto che ogni mossa speciale possiede un proprio stile grafico che la contraddistingue.
Si può contare inoltre su un sonoro davvero ispirato, con una traccia principale che, seppur relativamente breve, coinvolge a pieno e non stanca il giocatore poiché spesso sostituita da altre melodie che caratterizzano i momenti di combattimento o l’esplorazione di aree peculiari.
Sembrerebbe ad occhio e croce che The Vagrant sia praticamente perfetto per ciò che vuole rappresentare, se non fosse per qualche piccolo particolare: seppur non vi siano cali di frame rate, alcune volte è possibile che la grafica delle animazioni delle mosse speciali, sicuramente per un bug tecnico relativo alla loro durata, si blocchino e rimangano permanenti, costringendoci ad un riavvio o a raggiungere la prossima cinematica, anche perché combattere freneticamente con un’aura colorata costantemente intorno a sé può essere piuttosto fastidioso. Oltre a questo errore ve ne sono altri minori, per esempio quello che porta alla ripetizione delle sequenze di dialogo prima di una battaglia contro un boss, andando a distruggere completamente l’immersione del giocatore.
La localizzazione inglese presenta difetti di traduzione piuttosto evidenti, infatti, benché le frasi che è possibile leggere durante i dialoghi o nelle descrizioni degli oggetti non abbiano problemi gravi di comprensione, gli errori grammaticali presenti in alcuni di questi ultimi può far storcere un po’ il naso.
L’ultima nota dolente è costituita dalla rotazione del PG impersonato che diventa improvvisamente mancina se girata a sinistra o destrorsa se rivolta a destra; fin qui nulla di particolarmente eclatante (Vivian può essere ambidestra?), il fatto però è che l’occhio più attento può notare una distinzione tra l’arma che impugna la spada e quella disarmata, in quanto la seconda è sprovvista di armatura; ma se l’arma rimane sempre nella mano più corazzata allora può sorgere spontanea una domanda: la nostra eroina nel girarsi inverte le braccia come un non morto?
A parte questi difetti, nulla che non si possa risolvere con qualche futura patch, si può tranquillamente affermare che The Vagrant, con un prezzo di € 14,99 che rimarrà tale anche dopo il rilascio della versione definitiva, è un titolo veramente notevole, che riesce a celebrare le nozze tra due generi videoludici che qui sono diversi solamente nell’apparenza e a sorprendere il giocatore con paesaggi incantevoli e colonne sonore davvero suggestive.