Pubblicato nei mesi scorsi da Saldapress, Injection Vol. 2 si concentra su Vivek Headland, personaggio bizzarro molto vicino ad un moderno Sherlock Holmes, se non fosse che è più folle e più alienato del personaggio che tutti conosciamo (soprattutto negli ultimi anni grazie alla serie Sherlock di BBC One). [table id=18 /]
Il detective è chiamato a risolvere il caso del magnate della finanza John Van Der Zee, uomo sulla settantina che ha perso, nel giro di una settimana, la giovane amante e il figlio. L’indagine fin da subito appare implicare il mondo del sovrannaturale, campo d’azione di Robin che, malvolentieri, si vedrà trascinato nel mistero. Vivek riuscirà ad ottenere il supporto di tutti gli ex membri della UCCC, in particolare Simon e Brigid, che lo raggiungeranno a New York per risolvere questo caso che coinvolge fantasmi e cannibalismo.
In Injection Vol. 2, Ellis continua a mostrare gli effetti che l’Inoculazione ha sul mondo, ed in particolare la volontà di vendicarsi dei suoi creatori, come affermato da lei stessa nei capitoli precedenti, accanto a ciò ci viene mostrato in modo più dettagliato (e per certi versi inquietante) come l’IA apprenda e faccia uso degli esseri umani come più la aggrada, manipolando ciò che li circonda e le loro stesse menti, e gli effetti collaterali di questo esponenziale processo di apprendimento sono visibili sin da subito.
“L’istruzione è l’arte di rendere l’uomo etico.”
Seppur non circondati da quel fitto alone di mistero che ha ammantato i racconti incentrati su Maria Kilbride e Robin Morel, i numeri ci permettono di conoscere al meglio Vivek: uomo dalla grande astuzia e capacità deduttive, che considera un’istruzione completa come fondamentale, anche se ciò può comportare atti non proprio ordinari o socialmente accettabili (o legali); il rapporto dell’investigatore con i suoi collaboratori è quantomeno paragonabile ad una sorta di rapporto servo/padrone (Sindrome di Stoccolma?) e non mancherà di tirar fuori un sorriso al lettore. In generale, si percepisce la volontà di preparare il terreno per ciò che verrà in futuro, con ogni personaggio che pian piano si schiera sul campo come crede sia giusto; per evitare spoiler, vi basti sapere che l’avvenire immaginato da Ellis sembra spaventoso, ma allo stesso tempo le capacità dell’Inoculazione sono affascinanti e la voglia di saperne di più si farà sentire.
Essendo il volume un crime action investigativo, le scene brutali sono presenti in numero minore rispetto all’opera precedente, la narrazione prosegue in modo più lineare e, pur essendo Injection Vol. 2 condito di molti dialoghi, appare di più facile lettura rispetto al primo.
“Ma i sentimenti sono anch’essi indizi.”
La narrazione continua ad essere rappresentata in maniera ottimale dai disegni puliti e spigolosi di Declan Shalvey. Vivek appare sempre impeccabile e ciò, se confrontato con i volti stanchi e scavati degli altri protagonisti e dei personaggi secondari, lo fanno apparire come un essere superiore in tutto. Questa sua stoicità appare però infrangersi nella sfera privata, dove Shalvey raffigura il freddo detective come un ometto di bassa statura ed esile costituzione, ciò a ricordarci che, in fondo, siamo tutti umani. La tavolozza di Bellaire è semplicemente fredda, ma funzionale: le tonalità utilizzate per uno stesso colore sono molte, andando a creare vignette vive… “ma non troppo”.
In conclusione, Injection prosegue in modo più pacato, ma Ellis non manca di riempire questo vuoto con del buon humor ben distribuito ed un maggior focus sulle capacità combinate degli ex membri dell’UCCC, per non dimenticare degli altri piccoli pezzi del complesso puzzle che è il personaggio di Robin Morel. Nel complesso un buon volume, anche se le mie aspettative non sono state soddisfatte a pieno.
*Volume gentilmente fornito da SaldaPress per la recensione.