Bradley Cooper
Bradley Cooper nasce nel 1975 in Pennsylvania (USA). Formatosi alla “Actors Studio Drama School” l’attore raggiunge il successo, dopo molte interpretazioni sia in televisione sia al cinema, grazie a “Una Notte Da Leoni”; di lì in poi è tutto un crescendo per “l’uomo senza limiti”, il quale riesce a ricevere numerose candidature in molti importanti festival. La limited edition dedicata al protagonista di “American Sniper” racchiude due lungometraggi: ”Limitless” e “The Words”.
The Words
La pellicola presa in analisi è un’opera prima dal soggetto avvincente, dove i registi e sceneggiatori Brian Klugman e Lee Sternthal raccontano una storia in cui le parole sono il nucleo della vicenda. Esso, infatti, prende luogo nella contemporaneità per poi svilupparsi in varie voci narranti, le quali viaggiano nel tempo attraverso le parole.
Ci viene subito presentato Clay, un celebre scrittore che durante una lettura pubblica, narra le vicende di un uomo ingannato dal desiderio di voler essere ciò che non sarà mai. Da qui in poi inizierà la storia di Rory Jansen, un giovane scrittore di New York che non riesce ad emergere, finché non troverà un misterioso manoscritto.
Senza spoilerare oltre possiamo affermare come la struttura a matrioska funziona perfettamente; le varie interpretazioni restituiscono molto bene ciò che la sceneggiatura sottintende.
Il tema forse più interessante del lungometraggio è l’impossibilità di creare un’opera d’arte avendo passione ma non talento; la pellicola più volte pone l’accento su quanto sia frustrante amare l’arte e desiderare di crearla non riuscendo, costruendosi un’aura di perenne insoddisfazione.
La regia descrive benissimo il microcosmo di ogni dimensione narrata dall’opera, la quale dilata e sviscera diversi personaggi riconducibili a un solo uomo, vari stati d’animo tradotti in storie in cui le parole assumono il significato di memorie. Anche la fotografia risulta coerente con la narrazione; essa infatti svolge un ruolo significativo nella riuscita del prodotto audiovisivo, disseminando qua e là indizi sull’unione delle varie storyline.
The Words è un’opera complessa dallo script interessante, che inizia una lunga riflessione sull’arte, sulla dicotomia tra genio e mediocre, sulle parole che possono plasmare un’intera vita di successi e menzogne.
Pur non essendo un blockbuster, gli attori presenti nel progetto, tra cui ovviamente lo stesso Bradley Cooper, sono di grande spicco; concludendo possiamo identificare The Words come un progetto ricco di passione e consapevole delle proprie potenzialità, in cui la messa in scena si sposa perfettamente ad una sceneggiatura notevole, dove le “words” sono di vitale importanza, anche se lo sguardo in macchina nel finale non ha bisogno di parole. The Words contiene inoltre al suo interno il Making Of.
Limitless
Eddie Morra (Bradley Cooper) è uno scrittore in crisi, il quale per un fortuito caso della sorte s’imbatte in un suo amico che gli cambierà la vita, grazie a una pillola in grado di potenziare le facoltà cerebrali.
Lo stile visivo è molto interessante, infatti la messa in scena determina fin da subito la visione del protagonista sulla sua vita; essa appare cupa, spenta mentre, appena preso il farmaco, la fotografia accentua i colori primari dove, anche il diverso tipo di pellicola restituisce una visione distorta e senza limiti.
La soggettiva di Eddie diventa grandangolare deformando l’ambiente intorno, dove ogni più piccolo dettaglio è risaltato; oltre allo stile visivo molto ben riuscito, la sceneggiatura descrive il protagonista con una doppia natura, da perdente a vincente, ma ben presto il dosaggio eccessivo della pillola procurerà effetti collaterali spaventosi.
Il lungometraggio si propone come un film senza limiti quando in realtà ha numerose barriere; la sceneggiatura ha diverse falle, le quali non sono giustificate dalla messa in scena su cui si regge la pellicola.
Un altro importante difetto del prodotto audiovisivo è la tematica della dipendenza, la quale viene condannata fino a un certo punto vedendo nel finale quasi una rivincita morale del farmaco sperimentale.
Un lungometraggio con un ritmo molto ben calibrato, uno stile visivo interessante, buone interpretazioni ma tutto sommato povero di contenuti narrativi, in cui non è presente una tematica abbastanza potente da poter giudicare Limitless come una pellicola riuscita del tutto.
Tutte le lacune del film non hanno fermato il successo commerciale che ha portato l’opera, di cui Bradley Cooper è uno degli interpreti, a essere trasposta in una serie televisiva che riprende dal finale della pellicola di Neil Burger. Anche Limitless contiene al suo interno il Making Of; oltre a quest’ultimo sono presenti il commento audio al film (regista), il finale alternativo e le varie interviste della troupe.
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