Atelier Ryza 3: Alchemist of the End & the Secret Key – L’Ultima Estate – Recensione

Siamo all’ultimo capitolo, questa volta per davvero.

Abbiamo conosciuto Ryza nel 2019, l’abbiamo accompagnata nella sua seconda avventura appena un anno dopo, abbiamo auspicato di rincontrarla ancora, ed eccoci qui.

Atelier Ryza 3 sancisce la fine delle storie di Reisalin Stout, fortunata protagonista della serie Atelier.

Noi di Serial Gamer Italia l’abbiamo seguita in tutto il suo percorso, e ora, con l’avvicinarsi della sua fine, siamo ancora qui a ammirare gli ultimi passi prima del meritato riposo.

Atelier Ryza ha scritto un capitolo importante della sua saga di riferimento. Con la sua chiusura è ora di tirare le somme.

Reso disponibile su Playstation 4/5 e Nintendo Switch, Il 24 marzo Scorso, l’ultimo episodio della storia di Ryza prende il nome di Atelier Ryza 3: Alchemist of the End & the secret Key, mantenendo la tradizione propria della serie Atelier di proporre nomi facili da ricordare al pari de “L’infinito” di Leopardi. Ma tanto l’infinito di Leopardi lo ricordiamo bene o male tutti, quindi non è un problema.

Atelier Ryza 3: Alchemist of the End & the secret Key si palesa a noi giocatori all’inizio dell’estate, ma ne simboleggia la fine.

La storia ha luogo un anno dopo gli avvenimenti del secondo capitolo della saga, ponendosi come sequel diretto; per tutti i giocatori che però si approcciano solo ora alla narrazione, è presente già dal menù iniziale un breve video riassuntivo che, doppiato in solo giapponese e sottotitolato in inglese (come tutto il gioco) sarà utile a introdurre la storia in medias res.

In soldoni, l’isola artificiale di Kurken, sulla quale vivono Ryza e i suoi amici è minacciata dall’apparizione di un nuovo arcipelago di misteriose terre poco distante: nessuno sa da dove arrivino queste lande, ma la loro emersione dal mare ha minato fortemente l’equilibrio del motore di Kurken e reso aggressiva la fauna in tutte le vicinanze.

In concomitanza con questo evento, inoltre, Ryza inizia a venire contattata telepaticamente da un essere misterioso, che la mette al corrente dell’esistenza di chiavi alchemiche in grado di esercitare un grande potere, insegnandole a sintetizzarle attraverso il calderone.

Ora Ryza ha certamente un nuovo potere, ma anche un’ulteriore sfida: riuscirà la giovane alchimista a salvare l’isola di Kurken dal collasso e scoprire il segreto che si cela dietro la nascita del nuovo arcipelago? E non ultimo, sarà in grado di rivelare la natura del contatto che solo lei sente con la misteriosa voce nella sua testa, nonché la natura delle chiavi magiche?

L’ultima estate di Ryza si prospetta piena di avventure sia per lei che per i suoi amici.

Il gameplay di Atelier Ryza 3 mantiene il medesimo scheletro dei due capitoli precedenti, ma si arricchisce ulteriormente rispetto al salto dal primo al secondo, che ugualmente ci aveva convinto.

Il comparto si fonda di fatto su tre elementi generali: il farming, il crafting e il combattimento. I primi due, molto simili a quelli presenti negli scorsi capitoli si inanellano tra di loro in quanto, molto semplicemente, saremo chiamati a viaggiare per il mondo di gioco raccogliendo materiali per poi sintetizzarli insieme a a creare nuovi oggetti, utili sia per le fasi di esplorazione e combattimento, sia come lavorazioni intermedie per nuovi item ancora più importanti.

Il terzo elemento, il combattimento, è quello che si evolve maggiormente dalle scorse avventure di Ryza. Il sistema si basa sempre sul riempimento di una barra di azione, rendendo di fatto un feeling quasi turistico in cui ci verrà richiesto di elaborare le nostre strategie in base ai ruoli dei membri del nostro party e successivamente metterle in pratica sfruttando un buon tempismo in battaglia e utilizzando le risorse che via via genereremo nel corso del combattimento, siano questi punti utili per concatenare combo devastanti o utilizzare efficaci oggetti consumabili.

Ciò che arricchisce ancora di più l’apparato con atelier Ryza 3 è però la presenza delle chiavi: questa da vita ad una vera e propria meccanica per la quale avremo modo, durante il combattimento, di creare appunto delle chiavi dai nemici che affronteremo. In base al tipo di nemico e al suo livello le chiavi avranno poteri differenti utili in battaglia o anche in esplorazione, e ci garantiranno buff nel primo caso e bonus nel secondo; utilizzando infatti durante il combattimento queste chiavi, per un tempo limitato vedremo i nostri personaggi beneficiare di potenziamenti sostanziosi, sia in termini di danni che di utility, sempre con l’obiettivo di abbattere i nostri nemici.

Fattivamente, dunque, il passaggio dal secondo al terzo capitolo consta semplicemente in questa nuova meccanica, che arricchirà certamente la nostra progressione nelle quest principali e secondarie, che si presentano qui in diverse varietà, tra cui anche la nuova tipologia di “random Quest” che, spawnando casualmente sulla mappa nelle nostre immediate vicinanze, ci richiederanno di assolvere compiti semplici in un breve tempo.

Dal punto di vista tecnico il titolo mantiene saldi i traguardi raggiunti con i due capitoli precedenti senza troppi passi falsi nel suo passaggio alla terza fatica. A schermo il prodotto scorre fluido su PS5, senza lamentare alcun calo di frame o insicurezza; i caricamenti, che sull’ammiraglia di nuova generazione di Playstation risultano comunque di una lunghezza adeguata, accompagnano il giocatore nel passaggio attraverso le aree di gioco, rese graficamente nella maniera semplice ed efficace cui il genere di appartenenza dell’opera ci ha abituato. Anche a fronte di un popup dei nemici un po’ “fantasioso” sulla mappa, avremo modo di esplorare un mondo colorato e interessante, in grado di sfruttare in maniera diretta la potenza di PS5.

In conclusione, Atelier Ryza 3: Alchemist of the End & the Secret Key mantiene tutte le promesse fatte al giocatore implicitamente dal momento in cui è stato annunciato. Il titolo riesce a regalare un’ultima avventura con la protagonista Reisalin Stout e i suoi amici, ricordando e celebrando quelle già affrontate nei capitoli precedenti, e ponendo un punto alla prima vera trilogia della serie Atelier.

L’opera colpisce nel segno nel suo essere punto di arrivo e apice massimo della sua triade, permettendo di salutare come si conviene il passaggio di una vera e propria frazione di storia del genere JRPG.

Atelier Ryza 3 ha tutte le cose che abbiamo imparato ad apprezzare nell’1 e nel 2: una storia interessante senza essere cervellotica, dei protagonisti che sanno farsi apprrezzare senza essere machiavellici e un mondo davvero colorato e tutto da scoprire, sia nelle sue lande più luminose, sia nei suoi abissi più oscuri.

Non ci resta che salutare Ryza e i suoi amici, ringraziarla per il bel viaggio che abbiamo fatto insieme e andare avanti per le strade della saga Atelier, consci che l’incontro con l’alchimista dell’Isola di Kurken ha probabilmente cambiato sia noi che l’intero franchise.

*Versione testata: PS5, grazie al codice fornito dal publisher