Mentre le temperature continuano a oscillare tra caldo e freddo nelle scorse settimane è approdato negli store digitali di PlayStation la nuova fatica degli sviluppatori canadesi Awaceb, Tchia. Il team ha la particolarità di essere stato fondato da due ragazzi originari della Nuova Caledonia, luogo che ha ispirato quest’ultimi nella realizzazione del titolo di cui vi parliamo oggi andando ad analizzare un interessante esperienza incentrata sull’esplorazione prendendo spunto da titoli di ben altra caratura come Breath of the Wild. Vediamo dunque se ispirarsi ad uno dei pilastri del gaming moderno basta per mettere a segno il colpo.
Salvare la propria terra
Tchia racconta la storia della sua omonima protagonista, una ragazzina che compiuti i dodici anni si ritrova in una situazione decisamente complicata: il padre infatti viene rapito da Pwi Dua, un essere spregevole in grado di controllare dei fantocci di pezza in combutta con il malvagio sovrano Meavora. Nel percorso della giovane ragazza ovviamente l’obiettivo principale sarà quello di recuperare e salvare il padre dalle grinfie dei cattivi, anche se, ben presto, la protagonista si sobbarcherà sulle spalle responsabilità ben maggiori, andando a lottare per la libertà dell’arcipelago. Tchia infatti deve crescere in fretta e, tramite la varie amicizie che si sviluppano nel corso della storia, arriva ad incarnare lo spirito della libertà lottando con Pwi Dua e Meavora. Gli otto capitoli che compongono la storia del gioco sono ben sviluppati anche se non troppo complessi con la vicenda che risulta piacevole con tanto di colpi di scena ben scritti e un pizzico di inclusività a condire il tutto.
Esplorare cambiando aspetto
Il gameplay di Tchia è abbastanza semplice ed intuitivo basando le sue fondamenta sull’esplorazione e prendendo spunto dai classici moderni come Breath of the Wild che tanti titoli ha ispirato nel corso di questi anni. Le possibilità non sono tantissime con la protagonista che può compiere azioni basilari insieme all’arrampicata che va ad aiutare i giocatori nelle situazioni più difficili a livello ambientale. L’unica aggiunta di rilievo nel gameplay la troviamo nel Salto dell’anima una meccanica interessante forse non sfruttata a pieno; la protagonista infatti ha la possibilità di trasferire la propria anima all’interno di qualunque oggetto o animale presente nel mondo di gioco prendendo così le sembianze di uccelli, sassi, cani, noci di cocco e quant’altro con la possibilità di compiere alcune azioni predefinite a seconda della trasformazione.
Questa meccanica poi è utile nei pochi combattimenti presenti all’interno del gioco con Tchia che si ritrova ad affrontare dei veri e propri accampamenti di fantocci nei quali l’unico obiettivo sarà dare fuoco a quest’ultimi per abbatterli e aprire lo scrigno che custodiscono. I combattimenti non risultano particolarmente ostici dato che i nemici muoiono al primo colpo rendendo tutto abbastanza facile e scorrevole dando la possibilità ai giocatori di migliorare le proprie abilità con alcune risorse nelle casse oppure con degli appositi frutti che troviamo in giro per la mappa.
Un piacere artistico
Il lato artistico del gioco è sicuramente la nota più lieta con gli sviluppatori che hanno fatto centro riuscendo a riproporre tutte le fantastiche atmosfere della loro terra natale con scorci unici passando da ambienti marittimi che la fanno da padrone intervallati a volte da sezioni montuose e parti di civiltà con zone industriali riprodotte ad hoc. Grazie alle varie trasformazioni tutta la mappa è esplorabile sia via terra sia via aria contando poi la possibilità di trasformarsi in tutti i pesci presenti nei fondali marini con tanto di tartarughe, delfini e squali. Per l’esplorazione poi è possibile anche girare i mari del gioco sulla propria zattera andando ancor di più a migliorare la calma e familiare atmosfera del gioco.
Anche la colonna sonora risulta ottima con l’ukulele che è lo strumento principe della produzione con l’opportunità di strimpellarlo in alcuni momenti del gioco dando vita a minigiochi per riprodurre le musiche caratteristiche della Nuova Caledonia.
Un gioco rilassante
Tchia è un’esperienza rilassante e realizzata con amore dedicata a tutti coloro che vogliono staccare dai classici tripla A senza perdersi in ritmi incessanti e quest articolate. Il team canadese di Awaceb ha realizzato una piccola opera che fa dell’esplorazione e della tranquillità i suoi punti di forza portandoci nelle atmosfere della loro terra natale. La meccanica del Salto dell’anima è decisamente interessante anche se alla lunga si poteva sfruttare meglio così come i pochi combattimenti presenti all’interno del gioco che risultano sin dall’inzio ripetitivi. Tchia è un gioco consigliato a chi vuole prendersi una pausa dai classici titoli esplorando nuove terre e storie lontano dalla nostra realtà.
*Versione Testata: PS5, grazie al codice fornitoci dal publisher