Oggi la creazione di universi cinematografici è diventata una consuetudine nel business del cinema, infatti, ci ritroveremo ad analizzare una pellicola appartenente a un ambizioso progetto: “The Stephen King Universe”. Tratto dall’omonima saga del celebre Stephen King, il lungometraggio preso in analisi è La Torre Nera, diretto da Nikolaj Arcel. C’erano moltissime aspettative da questo progetto per via del famoso scrittore in veste di produttore; la presenza di King non è una garanzia, difatti l’autore americano ha più volte criticato la trasposizione di Shining ad opera del maestro Stanley Kubrick.
La pellicola segna il trionfale inizio di questo entusiasmante progetto; fino a questo momento sono quattro i film per il grande schermo: La Torre Nera, It, L’ombra dello scorpione e l’adattamento del recente bestseller Revival.
Partendo dal soggetto l’opera ci presenta Jake, un ragazzo tormentato da visioni misteriose che a causa del suo potere è catapultato in guerra tra Bene e Male, accompagnato da Roland il pistolero, il quale nutre una forte vendetta verso il Male incarnato da Matthew McConaughey, noto nella pellicola come l uomo in nero.
Il soggetto del lungometraggio pone “l’originalissima” tematica della dicotomia tra la compagine composta da personaggi totalmente positivi e la fazione dei personaggi totalmente negativi; la sceneggiatura non riesce a caratterizzare sufficientemente i protagonisti, i quali pur avendo un potenziale ben visibile non riescono a emergere come dovrebbero.
Il blockbuster procede su binari molto prevedibili, i quali portano lo spettatore in un viaggio poco avventuroso e dai cliché molto fastidiosi.
Il villain della pellicola ha uno scopo ben preciso, privo anch’esso di originalità; tuttavia il ritmo ben calibrato e la messa in scena sufficiente riescono a non fare sprofondare il lungometraggio nel baratro. Accanto alla relazione cardine del prodotto audiovisivo è anche molto importante il tema familiare: esso scatena in entrambi i personaggi protagonisti la forza di proseguire il cammino verso la pace.
La Torre Nera è un’operazione non riuscita nell’imporsi come degno capostipite di un nuovo universo cinematografico, mentre come pellicola di puro intrattenimento senza pretese è un prodotto quasi riuscito.
La saga omonima di Stephen King presenta davvero poche similarità con la pellicola diretta da Nikolaj Arcel, che non riesce a infondere con la regia l’importanza di alcune sequenze, confezionando un prodotto lontanamente privo della complessità dell’opera Kingiana.
Un altro difetto del film è la scarsa durata per riassumere e trasporre l’opera di King, di conseguenza il comparto narrativo risulta poverissimo; oltre a ciò bisogna confrontarsi con l’identità cinematografica che si prefigge, invece, se fosse stato un blockbuster senza pretese, avrebbe avuto un consenso non troppo negativo dalla critica.