Il settore del gaming ha attraversato un’espansione senza precedenti in un lasso di tempo brevissimo, trasformando quella che era una semplice passione in una vera e propria professione. Il gamer professionista è oggi una figura riconosciuta, con opportunità di carriera che spaziano dagli eSports ai contenuti digitali.
Ad oggi il gaming ha un peso rilevante all’interno dell’economia a livello globale, avendo abbattuto il tetto dei 200 miliardi di dollari, superando settori come musica e cinema messi insieme. Va però precisato che questo dato fa riferimento in generale a tutto il settore del gaming, che include perciò titoli anche molto diversi tra loro. Volendo infatti fare una disamina delle varie ramificazioni di questo campo, si notano una miriade di sottogruppi. Il peso più grande a livello di investimenti si ha in relazione ai titoli pensati per le console di ultima generazione e, in misura minore, in relazione alle app per giocare, che ormai si sono ritagliate una parte importante del settore. Il gaming però non si esaurisce qui ma si snoda anche attraverso giochi che hanno radici ancorate nel passato ma che non passano di moda: il riferimento è ai giochi da tavolo ad esempio, dai classici Risiko e Monopoly ai più recenti Cranium o Taboo, molti dei quali hanno ritrovato una loro versione in digitale. Non manca, inoltre, tutta la sezione relativa ai giochi di carte, anche in questo caso nella loro versione digitalizzata, con la possibilità di arrivare ad un pubblico potenzialmente molto più ampio: il riferimento va a giochi come il poker, il blackjack disponibile in rete, la briscola, la o la scala 40, ma l’elenco potrebbe proseguire con burraco, scopa e via dicendo.
È evidente che a fronte di cifre del genere, è indubbio come la strada del gamer professionista possa interessare sempre più persone. Tuttavia, intraprendere questa strada richiede impegno, formazione e una preparazione adeguata, non basta perciò essere semplicemente appassionato, anche se questo rappresenta senza dubbio il punto di partenza.
Un gamer professionista è un individuo che guadagna giocando ai videogiochi, sia attraverso competizioni di eSports, sia creando contenuti per piattaforme digitali. Esistono però diversi rami che rientrano nella dicitura di gamer professionista ma le cui occupazioni sono differenti. Prima di tutto si parla di Pro player quando ci si riferisce a chi partecipa a tornei di eSports, competendo a livello internazionale in giochi come League of Legends, Counter-Strike 2, Fortnite e Dota 2. Si ha poi lo Streamer, vale a dire colui che crea contenuti in diretta su piattaforme come Twitch e YouTube Gaming, intrattenendo il pubblico con gameplay e interazioni dal vivo. Infine, si ha il Content creator: Produce video, tutorial e recensioni per il pubblico, offrendo approfondimenti e intrattenimento nel mondo del gaming. Molto spesso accade che la stessa persona possa fare tutte e tre le attività, ma non è obbligatorio ed è bene perciò distinguerle.
In generale, diventare un gamer professionista richiede molto più che la semplice abilità nel gioco. È necessario un percorso strutturato che comprende formazione, esperienza e strategia. In primo luogo occorre specializzarsi in un titolo di gioco: un gamer professionista deve eccellere in uno specifico videogioco, studiandone le meccaniche, le strategie e le dinamiche di squadra. La scelta del gioco è fondamentale, poiché alcuni titoli offrono maggiori opportunità di competizione e guadagno. Come secondo step, è importante sottolineare il bisogno di allenarsi costantemente. L’allenamento è essenziale per migliorare riflessi, precisione e strategia. I pro player dedicano diverse ore al giorno al perfezionamento delle loro abilità, spesso seguendo programmi strutturati simili a quelli degli atleti tradizionali.
È impossibile diventare gamer professionista senza partecipare a tornei e competizioni. Il primo passo è iniziare con tornei amatoriali ed in seguito si può entrare nel circuito competitivo, spesso all’interno di fiere ormai notissime al grande pubblico come la Milano Games Week, ma non solo. Salendo di livello, è possibile accedere a competizioni professionistiche e ottenere sponsorizzazioni da team e aziende del settore. Una volta che il proprio nome riesce ad avere un certo seguito, è possibile creare un personal brand: sia per gli streamer che per i pro player, avere una forte presenza online è fondamentale. Canali social, YouTube e piattaforme di streaming permettono di costruire un seguito, attirare sponsor e monetizzare l’attività.
Essere un gamer professionista non significa perciò solo giocare, ma anche sviluppare competenze trasversali. Tra queste occorre includere senza dubbio la gestione dello stress: le competizioni ad alto livello possono essere stressanti, le tecniche di gestione della pressione aiutano a mantenere alte le prestazioni senza farsi sopraffare. È importante anche mantenere un’ottima condizione fisica e mentale: abbinare ad una corretta alimentazione anche l’esercizio fisico e pause regolari, elementi che contribuiscono a migliorare la concentrazione e il benessere generale e di conseguenza migliorare anche le proprie performance nel gioco.