A distanza di qualche anno dall’uscita di Tails of Iron, il team di Odd Bug Studio torna alla carica con un nuovo capitolo della serie con l’obiettivo di rifinire e migliorare una formula che aveva fatto discretamente bene. Questo seguito vede alcune novità come il cambio di ambientazione e di protagonista ma cerca di mantenere le stesse basi già viste nel primo capitolo, vediamo dunque se questa formula soprattutto conservativa porterà Tails of Iron 2: Whiskers of Winter alla ribaltà.
Un sequel sulla stessa riga del precedente
Questo sequel infatti si lascia alle spalle le pericolose rane del regno del sud spostandosi completamente dalla parte opposta svolgendosi tutto nelle terre del Nord con il protagonista che deve fronteggiare una nuova minaccia, ovvero i pipistrelli con tanto di nemici non-morti pronti a dare battaglia. La struttura della storia è pressoché uguale a quella del primo capitolo con il protagonista che, dopo aver perso un famigliare, prende le redini del castello e deve reclutare più compagni possibili per combattere i suddetti nemici.
Il tutto si svolge abbastanza velocemente e la narrazione risulta molto lineare senza troppi guizzi o colpi di scena dando ai giocatori una semplice base per proseguire nell’avventura ed esplorare i vari luoghi che danno vita a questo sequel.

Armi in mano
Il focus del titolo targato Odd Bug Studio rimane il gameplay che ripropone la formula del primo capitolo ampliando alcuni aspetti introducendo delle meccaniche gestionali incentrate sugli edifici dedicati agli alleati da reclutare all’interno dell’avventura; queste strutture vanno potenziate proseguendo nella storia grazie ai vari strumenti e oggetti recuperabili qua e la con missioni secondarie pensate appositamente per la “caccia” ai materiali. Insieme al lato gestionale troviamo la componente RPG che permette ai giocatori di utilizzare armi e set preferiti a caccia della combinazione migliore per affrontare i temibili nemici del gioco con il più classico di sistema delle debolezze elementali. Anche in questo caso il “pattern” seguito dal team di sviluppo è pressoché il medesimo del primo capitolo dando molta importanza alla bravura dei giocatori per quanto riguarda l’abilità schivando e parando i vari attacchi ricevuti per poi contrattaccare con la propria arma con l’introduzione della magia che si declina in quattro mosse elementali. Tornano anche gli scontri coi boss sempre avvincenti e abbastanza interessanti che consentono di sfruttare tutte le abilità apprese nel corso dell’avventura per aver la meglio.

Bello ma già visto
A livello artistico il titolo ricalca quanto visto nella prima iterazione della serie non dando veri e propri spunti innovativi ma consolidando le colorazioni e la qualità del predecessore. Un lavoro conservativo che forse risulta un po’ stancante alla lunga non trovando praticamente novità sotto questo punto di vista. Nemici, boss e npc seguono sempre le stesse caratteristiche e ispirazioni non riuscendo a dare quel quid in più al tutto.

Un sequel conservativo
Tails of Iron 2: Whiskers of Winter ripropone quasi per filo e per segno quanto visto nel primo capitolo riprendendo la maggior parte delle meccaniche innestando nella formula qualche piccola novità. Se avete apprezzato il primo capitolo questo seguito è una buona reiterazione della formula anche se probabilmente si poteva osare e modificare diversi aspetti per dar vita ad un gioco ancora migliore.
*Versione Testata: PS5, grazie al codice fornitoci dall’editor