Dopo l’esperienza non proprio positiva con Community Inc, i ragazzi di tinyBuild ci riprovano subito e pubblicano su Switch e PC la nuova fatica di Bread Team, Phantom Trigger, un action neon slasher in pixel art con elementi RPG, che basa sul comparto artistico e la sua frenesia i suoi punti di forza. Questo basterà per farsi notare nel panorama videoludico? Scopriamolo nella recensione completa!
La malattia di Stan
Il titolo, sotto l’aspetto della trama, non è da sottovalutare, e si basa principalmente sulla tematica della malattia, un tema forte che non viene spesso utilizzato nei videogiochi. Il giocatore si troverà nel bel mezzo di due storie parallele: in una, un impiegato di nome Stan, che si trova ad affrontare uno dei momenti più difficili della sua vita, poiché, colto da un malore, è costretto a passare qualche tempo su un letto d’ospedale per recuperare la salute; nell’altra, vivremo nei panni dell’Outsider, il quale vivrà in un mondo completamente diverso da quello reale, frutto dell’immaginazione del protagonista e che in un certo senso rappresenterà l’incedere “distruttivo” della malattia.
Questo mondo alternativo viene alla luce non appena Stan incomincia una cura proposta dai medici che, ancora sperimentale, porta il nostro protagonista ad avere continue perdite di memoria e a creare il suddetto universo fittizio in cui dovremo farci largo a suon di pugni e azioni spettacolari, grazie ad una serie di poteri che potremo sbloccare.
Ovviamente la vita di Stan e quella dell’Outsider saranno legate anche durante il gioco, infatti, ci capiterà di ritornare nel presente per assistere ad alcuni flash che ci introdurranno alcuni personaggi e che ci permetteranno di cogliere qualche dettaglio in più sulla trama.
Inoltre, anche nel mondo alternativo saranno presenti alcuni personaggi che hanno a che fare con la storia dell’impiegato, come per esempio Pam, sua moglie, rappresentata come una donna formica, intenta ad aiutarlo in ogni situazione e a stare al suo fianco nel periodo di malattia; tutti gli npc che troveremo ci aiuteranno nel nostro percorso e potremo modellare il nostro rapporto con loro tramite dialoghi a scelta multipla, che andranno poi ad influenzare lo svolgersi della vicenda e successivamente il finale del gioco.
Pugni e Fendenti
Mettendo da parte una storia davvero interessante, la componente principale del titolo di Bread Team è di sicuro il gameplay.
Come detto in precedenza, Phantom Trigger si presenta come un action neon slasher con componenti rpg, che fa delle combo una meccanica fondamentale per proseguire e farsi largo tra numerosi nemici a schermo e boss abbastanza impegnativi.
Innanzitutto avremo a disposizioni tre armi principali, di cui una sin dall’inizio della nostra avventura, mentre le altre due le troveremo nei primi minuti di gioco e ci serviranno per far piazza pulita di tutti i simpatici nemici che vorranno farci la pelle; andando con ordine avremo a disposizione la frusta, un utile oggetto di colore verde (poi capirete perché questa sottolineatura del colore), soprattutto per attirare a noi i nemici rendendoli a portata di attacchi corpo a corpo, su cui saranno incentrate le due armi rimanenti, oppure di scaraventare alcuni oggetti presenti nello scenario addosso agli oppositori.
Avremo infatti a nostra disposizione una spada, di colore blu, con la quale potremo tirare rapidi fendenti di ghiaccio, che potremo intervallare a dei pugni infuocati, per ovvi motivi di colore rosso, più lenti della suddetta arma bianca ma più potenti e con un maggiore range d’azione.
Tutti questi colpi saranno inoltre potenziabili con un meccanismo basato sulle volte che li useremo, ad esempio se utilizzeremo di più la spada aumenteremo di livello in quell’ambito consentendoci di apportare alcuni miglioramenti, lo stesso per le altre due armi, diventando così sempre più performanti e utili concatenandole attraverso combo ben assestate.
Oltre a questi tre attacchi potremo inoltre utilizzare una sorta di teletrasporto, che consentirà di muoversi più velocemente per sfuggire a situazioni difficili, ma anche di saltare alcune aree di gioco non considerando i nemici che vorranno distruggerci.
Ma il gameplay non si ferma solo a pugni e squarciate di ogni sorta, dato che saranno presenti anche alcuni puzzle ambientali, i quali si baseranno sulla tipologia di arma da usare da capire in base al colore, e, colpendoli nella giusta sequenza, ci faranno avanzare togliendo le barriere davanti a noi; purtroppo però queste sequenze di intermezzo tra le varie scazzottate risulteranno abbastanza semplici da completare e anche un po’ inutili spezzando la continuità del gioco.
Saranno infine presenti anche alcuni collezionabili, che potranno essere usati come merce di scambio con alcuni personaggi, facendo così esplorare al meglio il mondo di gioco per trovare tutte le chicche spesso celate da qualche enigma.
Neon pixeloso
Tra le note liete di Phantom Trigger c’è di sicuro un comparto artistico molto solido e ben fatto, con la pixel art che la fa da padrone in tutta l’avventura, quest’ultima coadiuvata dalla ricorrenza di luci al neon che caratterizzano la produzione sin dai primi istanti nel mondo parallelo. La maggior parte degli elementi animati a schermo sarà infatti riprodotta con la presenza, più o meno accentuata, di colori brillanti: dal nostro personaggio ed i suoi attacchi, ai nemici più ostici, tutti avranno un tocco speciale. Parlando proprio dei nemici, saranno davvero caratterizzati e potremo trovare anche dei mostri a forma di televisore ed altri che sembrano un misto tra fantasia e alcuni spunti della vita di Stan.
Passando invece del comparto sonoro, si assesta su livelli discreti con alcuni effetti sonori come quelli dei nostri attacchi che andranno a ricordare quelli delle iconiche spade laser, ma che dopo un po’ di ore risultano stucchevoli e troppo ripetitivi; anche per quanto riguarda la colonna sonora sono presenti alcuni brani sopra la sufficienza, anche se nessuno sarà indimenticabile ed entrerà nella testa del giocatore.
Un titolo piacevole anche se poco innovativo
In conclusione, il titolo ideato dai ragazzi di Bread Team si presenta molto interessante, anche se non apporta nulla di nuovo al mercato videoludico, con meccaniche già viste e riviste ma che vanno a creare un gameplay abbastanza solido, anche se si sarebbe potuto osare forse qualcosa in più.
Nulla da dire invece sotto l’aspetto della trama, che riesce a trattare un tema delicato come la malattia con alcuni stratagemmi interessanti, legando indissolubilmente la vita dell’infermo Stan e quella del ben più attivo Outsider.
*versione provata PC offerta dal publisher