Ritorna sul piccolo schermo uno dei prodotti Netflix più famosi del palinsesto televisivo, con una terza stagione senza la figura più importante del narcotraffico. Narcos si spinge oltre il nome di Pablo Escobar, concentrandosi sul cartello di Cali, il quale sembra aver intenzione di interrompere le attività; non tutti però sosteranno questa resa inaspettata.
Ci eravamo lasciati con una domanda: “ Riuscirà la serie a replicare il successo senza Pablo Escobar?”
Prima di rispondere però, focalizziamoci sulle novità di Narcos senza addentrarci troppo nella trama, evitando così futili spoiler.
Una delle novità di questa terza stagione è il passaggio di testimone da Steve Murphy ad un malinconico Javier Pena; la voce narrante perciò cambia il punto di vista, senza evadere dalla funzione di quest’ultima.
Dopo la morte di Pablo Escobar, il narcotraffico sembra essersi fermato, mentre invece il cartello di Cali si impone sulla vetta del traffico di droga, attirando in questa maniera attenzioni scomode. Nonostante la vastità dell’impero guidato da: Gilberto Rodriguez, Miguel Rodriguez, Pacho Herrera e José Santacruz, la morte di Pablo Escobar nasconde temporaneamente la crescita del narcotraffico colombiano.
Narcos ha deciso di non esplorare i personaggi positivi, ma di concentrarsi sui giochi di potere all’interno del narcotraffico; difatti i nuovi agenti americani che influiranno sull’esito finale, non vengono dotati di una psicologia complessa, a causa di una scrittura non sempre efficace.
Percorrendo delle vie scorsesiane nell’appassionarci a efferati criminali, la serie trova nuovamente il suo punto di forza, ottenendo così dei personaggi molto riusciti. Narcos compone uno scenario di assoluta coerenza, dove la strada è sempre messa in scena da uno giallo soffocante, costruendo un’aria di guerra costante sicurezza e pericolo.
A differenza delle scorse stagioni Javier Pena è finalmente il protagonista morale della serie, difatti il suo personaggio scritto e interpretato benissimo; “divora e seppellisce” quindi in maniera totale uno Steve Murphy, dotato di una scrittura mediocre.
In conclusione la terza stagione di Narcos sfrutta benissimo l’eredità di Pablo Escobar costruendo, su un terreno già solido, una vicenda composta da ottimi personaggi, fotografati con un’ottima messa in scena. Per rispondere alla domanda iniziale, la serie replica il successo anche senza la figura più importante del narcotraffico.