“La cosa più spaventosa dell’incubo di Jonathan è che potrebbe non essere un sogno…”
Il gioco che oggi andiamo a recensire è Inmates, sviluppato da Davit Andreasyan e pubblicato da Iceberg Interactive.
Inmates è un horror psicologico nel quale vestiremo i panni di Jonathan, un uomo che si risveglia in una squallida cella di quel che sembra essere un carcere abbandonato, tutto ciò senza conoscerne il motivo; compito del giocatore sarà, quindi, quello di scoprire perché il protagonista si trovi in questo luogo lugubre e spaventoso, nonché cercare di salvare Sara, la fidanzata. Il contatto umano sarà pressoché inesistente, ciò contribuirà a dar forza al senso di disagio trasmesso dall’intero complesso carcerario: l’unico punto fermo in questo viaggio a metà tra realtà e follia sarà Ben, una voce trasmessa da alcune vecchie radio che riuscirà a darci delle spiegazioni.
Molte sono le stranezze in cui ci imbatteremo, portandoci a domandare se quel posto sia mai stato davvero una normale prigione, per non parlare dei luoghi che attraverseremo, a dir poco bizzarri e privi di senso. Ma d’altronde stiamo sognando, giusto?
Il titolo, come anticipato dagli stessi sviluppatori, è una visual novel interattiva, perciò le meccaniche di gioco sono piuttosto limitate, seppur adeguate a portare avanti la storia: mouse e pulsanti direzionali saranno tutto ciò che vi servirà. Indispensabile sarà il vostro intuito e un po’ di ragionamento, che vi permetteranno di risolvere i diversi enigmi che incontrerete, nonché di sfuggire ai nemici della vostra mente. Non vi verrà fornita alcuna istruzione, quindi sarà meglio aguzzare la vista e leggere tutto ciò che troverete in giro.
A livello grafico Inmates potrà non fare invidia a titoli tripla A, ma giocarci sarà comunque un piacere; durante le ore passate ad esplorare i diversi angoli dell’edificio non ho notato bug, anche se a volte l’interazione con gli oggetti non è proprio immediata. Passando al sonoro, possiamo dire che non c’è una soundtrack, ma piuttosto una serie di rumori ambientali ben fatti e gradevoli (aka spaventosi), anzi, non sono certa che la scelta di aggiungere una colonna sonora sarebbe stata vincente. Punto a favore è la traduzione dei dialoghi e dei testi in italiano che risulta fedele e ben fatta.
In conclusione, Inmates è un piccolo (dura circa 3-4 ore) horror che vale la pena provare, riesce a catturare il giocatore spingendolo a scoprire chi o cosa si nasconde dietro questa prigione. Gli enigmi sono una buona idea: riescono a far risaltare il lato “thriller-psicologico”, rendendo il gioco ancora più strano ed accattivante. Tuttavia, non risultando molto complessi potranno destare delusione. Inmates sarà disponibile su Steam a partire dal 5 Ottobre.
Vi lasciamo al trailer:
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*Codice digitale fornito dagli sviluppatori