Candleman: The Complete Journey, sviluppato da Spotlightor Interactive, è un particolarissimo platform dallo stile artistico ben definito. Raramente si trovano titoli così a fuoco, così concreti, eppure ricchi da un punto di vista stilistico, e tutto viene messo in chiaro sin dai primissimi minuti di gioco. Ma andiamo per ordine: la nostra avventura inizia su una nave, in cui il nostro protagonista, una candela, prende vita, e comincia a chiedersi quale possa essere il suo scopo nella vita, e il motivo della sua diversità. Tra navi alla deriva, grotte, boschi incantati e quant’altro, la trama di Candleman si struttura in 12 capitoli di durata variabile, per un totale di circa 4-5 ore, numero che varia (ma non di molto) in base alle nostre capacità in ambito platform, o nel caso volessimo completare il gioco al 100%, avendo così accesso a (superflue) linee di testo aggiuntive, che andranno ad arricchire la narrazione.
Per quanto riguarda il gameplay, l’elemento comune per tutti i vari livelli di gioco è uno: l’oscurità, e con essa, ovviamente, la luce. Da brava candela, il nostro protagonista potrà “bruciare” a comando, illuminando l’area circostante o accendendo le candele che troveremo sparse per la mappa: quelle normali, oltre a fornire un comodo punto di luce, fungono da percentuale di completamento del livello; quelle più basse e tozze, invece, faranno da checkpoint. A disposizione, per ogni livello, il giocatore ha 10 vite e 10 secondi di luce per ognuna di esse: ogni volta che moriremo, fortunatamente, non perderemo i progressi fatti (candele accese o eventuali ostacoli rimossi), almeno finché non saremo costretti a riavviare completamente. La difficoltà generale è nella media, e raramente ci ritroveremo a consumare tutte e 10 le vite a nostra disposizione, rendendo così l’incedere generale piuttosto fluido e privo di particolari intoppi.
Guarda Candleman. The Complete Journey di SerialGamerItalia su www.twitch.tv
Facendo invece una panoramica generale sul gameplay, nonostante gli elementi già precedentemente citati, c’è da dire che, nella sua semplicità, il titolo fornirà sempre qualcosa di peculiare in base all’ambientazione in cui ci troviamo: che si tratti di “cavalcare” fuochi d’artificio o di muoversi in maniera asimmetrica rispetto ad un fantomatico “spettro nello specchio”, ogni capitolo gode di piccole “sfumature di gameplay” (che spesso sfociano nel puzzle-solving) che aiutano il giocatore a seguire la storia non solo grazie a testo e cinematiche, ma anche grazie ai piccoli mutamenti al sistema di gioco. Questa “utile semplicità” si ritrova anche nel comparto artistico, con livelli che all’apparenza possono apparire vuoti, ma che in realtà sacrificano molti dei loro dettagli immergendoli nelle tenebre, e facendoli riapparire, con ottimi giochi di luce, nel momento del bisogno. La modellazione poligonale è buona, le texture fanno il loro sporco dovere, anche se qualche (fortunatamente rarissimo) closeup mette “alla luce” la loro vera risoluzione: ciò non toglie che il colpo d’occhio sia particolarmente suggestivo, e il lavoro fatto con le inquadrature impreziosisce il tutto. Le musiche, il doppiaggio e gli effetti sonori sono invece di ottimo livello, un po’ meno la traduzione italiana, che spesso va completamente fuori bersaglio, cambiando inesorabilmente il senso di frasi e concetti, e facendo così pensare che tutto sia stato fatto, almeno per la nostra lingua, al risparmio.
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Per quanto riguarda la trama, quest’ultima è di una semplicità tale che definirei poetica: la piccola candela prende vita, e si ritrova a porsi dei dubbi che chiunque si porrebbe, di fronte all’ignoto, alla solitudine di chi sa di essere unico, e al confronto con qualcosa di più grande. L’unico via è il viaggio, la scoperta, e il finale, che mi ha strappato un genuino sorriso di felicità, è una grande (e bella) metafora sulla vita, ma preferisco non rovinarvi la sorpresa nascosta dietro a un messaggio così semplice eppure così potente, e che probabilmente eleva di molto il carico artistico del gioco.
Concludendo, Candleman è un titolo che fa della sua semplice originalità il suo punto di forza, con un comparto artistico ben definito e che si amalgama in maniera eccellente con le meccaniche di gioco, creando un mix che funziona dal primo all’ultimo livello. Consiglio comunque di prenderlo a piccole dosi, considerando la longevità nella media (ma idonea al titolo) e un fattore rigiocabilità inesistente, se non per reimmergersi nuovamente nelle magiche ambientazioni di gioco.
*Codice digitale fornito dagli sviluppatori