Venerdì 6 aprile alle ore 11.00 l’autore Diego K. Pierini (Vite Infinite, Ultra, 2017) assieme al fumettista Sergio Algozzino incontreranno più di cento studenti dei licei di Roma presso il padiglione 9 di Romics 2018 (Fiera di Roma) per un incontro dal titolo “Un Mondo da Gamers: tra videogioco e fumetto“
L’INCONTRO
Esiste una generazione, quella nata negli anni settanta e formatasi a cavallo tra i due decenni successivi, per cui il videogioco ha rappresentato una sorta di virus culturale: si è insediato nei gangli del suo background, si è cibato degli impulsi figli della rivoluzione dei media di massa e ha trasformato irrimediabilmente il suo rapporto col mondo. Suona catastrofico, in effetti, e un po’ probabilmente lo è stato, ma la verità è che quel percorso di eventi formativi, scoperte, memorie condivise si è riversato poi in tutto ciò che è stato la produzione degli anni a venire. Insomma: ci hanno rimesso in diottrie ed equilibrio, ma è stato un sacrificio nobile. Cinema, musica, linguaggi ma anche interazioni sociali e, ovviamente, fumetti: i giocatori sono diventati adulti, ma senza smettere di essere bambini, e lo hanno comunicato grazie a una produzione creativa nuova, trasversale, in perenne evoluzione.
Il fumettista Sergio Algozzino e lo scrittore Diego K. Pierini raccontano, in una conversazione a due che sarà densa di ricordi, ironia, intuizioni e una certa dose della fisiologica nevrosi di ogni nerd, proprio questo cammino: dal lontano primo giorno in cui hanno conosciuto il joystick, al viaggio tra gli stimoli di tre decadi cangianti, fino al momento in cui il gioco è divenuto altro, ricerca, racconto, disegno – senza smettere di esser gioco.
IL LIBRO
Leggere questo libro significa indossare di nuovo, magicamente, i panni di un ragazzino degli anni Settanta. Uno di quelli (tutti, più o meno) che da un giorno all’altro si sono trovati di fronte a una sconosciuta tecnologia aliena fatta di schermi luminosi, manopole e fessure avide di monetine. Catapultati in una dimensione alternativa ricolma di enigmi, mostri di fine livello, genitori apprensivi e vite extra, sarete protagonisti di un’avventura lunga oltre tre decenni. Questo libro non è un romanzo e non è un semplice saggio, ma un diario atipico, minuzioso e a suo modo profondamente intimo che mescola impressioni, spunti di riflessione, ricordi personali e molta ironia per parlare di uno dei più grandi fenomeni intergenerazionali dell’era moderna: il videogame.