Anche quest’anno un nuovo Torino Comics è passato e noi di Serial Gamer abbiamo avuto modo di poterlo ampiamente visitare per l’intera sua durata. In questo speciale andremo proprio a fornirvi una nostra opinione riguardo alla fiera del fumetto della Mole, sia nei suoi punti di forza sia nelle sue criticità.
L’anno scorso l’evento si era svolto all’interno della palazzina sportiva Oval Lingotto, ma per questa XXIV edizione la fiera è tornata a svolgersi al Lingotto Fiere, spostandosi nell’effettivo poco più di un centinaio di metri. Il vantaggio in realtà lo si è potuto percepire solo una volta entrati all’interno, in quanto, sebbene l’apparenza inganni, il Lingotto Fiere è decisamente più capiente e facilmente gestibile dell’Oval, in cui la sensazione di soffocamento era decisamente più forte di quella che normalmente si ha durante il Comics.
Appena entrati un giro esplorativo è stato necessario per vedere la disposizione, e l’impressione iniziale è stata buona. Le aree erano ben delineate, in modo da poter permettere un maggiore orientamento tra zona commerciale, zona sponsorizzazioni, zona giochi di società/ruolo, area gaming, area cosplay,area youtubers e palcoscenico. La pecca più grande, come nelle edizioni precedenti purtroppo, è quella di accorpare le zone maggiormente interattive e d’interesse senza cercare di spezzarle in maniera intelligente grazie alla zona commerciale, rendendo il tutto più caotico e frenetico.
Passiamo però dall’organizzazione generale alla fiera in dettaglio, analizzando le aree salienti partendo dalla zona commerciale: zona centrale nonché più densa di stand che traboccavano di oggettistica geek in grado di soddisfare i fan di ogni brand, che però erano nettamente in sovrannumero rispetto ad alcuni veri e propri artisti o artigiani, minando un po’ il lato artistico delle nostre tanto amate passioni. Pochi stand erano così unici da riuscirci a colpire profondamente, come ad esempio quello dedicato interamente a maschere artigianali da collezione appartenenti ad ogni stile e genere (potete trovare la foto in calce) od un altro dedicato ad illustrazioni in stile Tim Burton; un vero peccato, utile a chi volesse spendere relativamente poco in oggettistica(quest’anno soprattutto per le action figure) ma asettico per chiunque cercasse un po’ di vera e sana arte. Un altro paio di maniche invece per quanto riguarda i fumetti, siano essi americani o giapponesi, che mantengono pressapoco gli stessi prezzi da negozio, se non per qualche rara e sporadica offerta, scoraggiandone in questo modo l’acquisto… a ben pensarci è una cosa che ha dell’assurdo in una fiera del fumetto!
Per quanto riguarda le produzioni nostrane è stato un peccato vedere così tanti stand con così pochi autori a presentare le loro nuove opere, e di testate nuove, fortunatamente, ce n’erano in abbondanza!
L’area cosplay, sebbene minacciata costantemente dall’enorme mostro dell’area youtubers che focalizzava su di sé la maggior parte dell’attenzione, è stata resa più interattiva, sebbene per farlo gli sia stato tolto parte dello spazio. Le attività erano molteplici e simpatiche, ma tutte decisamente troppo costose, costringendoci a scegliere solo alcune di esse. Inutile dire che anche quest’anno abbiamo notato un enorme afflusso di cosplay tra i più fantastici e meravigliosi, anche se al decimo “Free Hugs” la nostra speranza nel genere umano ha iniziato a vacillare (perdonateci, insofferenza personale); potrete vederne alcuni in calce.
Il payoff del Torino Comics è “Fumetto Games Cosplay”, perciò ci aspettavamo anche una consistente parte dedicata ai videogames; ovviamente non intendiamo il voler provare in anteprima videogiochi o ad assistere a conferenze importanti, quella è competenza di fiere ben più grandi ed importanti del Torino Comics, ma quantomeno avere a disposizione tornei di alcuni giochi tra i più blasonati a grande schermo, soprattutto tenendo conto che ciò era già stato fatto in precedenti edizioni! Tenendo conto del fatto che il Torino Comics ha una rilevanza nazionale, il suo pubblico proviene anche da fuori città se non alcuni addirittura da tutta l’Italia, di conseguenza se vieni a creare un’aspettativa non devi deluderla, correndo così il rischio di perderlo del tutto.
Unica sorpresa in ambito gaming ce l’ha data la Event Horizon-School of Digital Art, scuola torinese che oltre ad occuparsi di sola arte digitale ha un’intera sezione dedicata alla programmazione e al game design. La possibilità di giocare a titoli sviluppati dagli stessi studenti, oltre a incentivare il pubblico ad iscriversi, ci ha aperto gli occhi riguardo al fatto che molte produzioni piccole hanno un ben più grande futuro dinnanzi a loro. Alcuni giochi ci hanno preso a tal punto da tenerci occupati per molto tempo e a parlare con i loro sviluppatori (gruppi che non superavano le 4/5 persone).
Per quanto il Torino Comics abbia i suoi innumerevoli difetti, segna comunque parte integrante della nostra vita da nerd. Non è di sicuro una fiera che ti viene incontro, anzi, spesso sei tu a doverle andare incontro, ma nel suo piccolo riesce sempre ad intrattenere, facendoti trascorrere una giornata in allegria (una perché la sua longevità è facilmente esauribile, e noi che l’abbiamo vissuta tre giorni lo sappiamo bene). Una sorta di focolare attorno al quale riunirsi, ritrovando amici che non vedevi da anni, parlando e vivendo tutto ciò che ci lega in quanto piccoli grandi nerd con piccole grandi, ma soprattutto dispendiose, passioni.
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