Andiamo alla scoperta di The Legend of Zelda: Breath of the Wild, canto del cigno per Wii U e d’inizio vita per Nintendo Switch.
L’ultimo trailer ci ha fatto immergere nel mondo di Hyrule dove possiamo notare non solo un comparto grafico e una direzione artistica che lascia il segno (il tutto accompagnato da musiche di sottofondo altamente suggestive), ma anche come Nintendo si sia data davvero da fare nel creare qualcosa di nuovo, divertente ed emozionante.
[embedyt] http://www.youtube.com/watch?v=zw47_q9wbBE[/embedyt]
Le immagini di gioco uscite ci mostrano un mondo diviso in diversi ecosistemi: i vulcani, deserti, montagne innevate, boschi e cascate, presenti già nei vecchi capitoli, ma non esplorabili nella loro interezza.
Già da questi piccoli elementi si prende coscienza dell’atto di coraggio di Nintendo nel voler proporre qualcosa di nuovo, senza però sradicare i punti fermi della serie.
The Legend of Zelda: Breath of the Wild è infatti il primo open world dell’intera serie: ben 360 chilometri quadrati di pura avventura superano così la vasta area di gioco di Xenoblade Chronicles X.
Gestire un open world così vasto risulta difficile. Basti pensare a giochi come The Witcher 3 e The Elder Scrolls V: Skyrim, che all’inizio suscitarono forti dubbi in merito proprio alle dimensioni della loro mappa di gioco: difficile, secondo alcuni, riempire così tanto spazio con tante cose da fare.
Fortunatamente quelle critiche furono smentite, ma per Breath of the Wild la partita è ancora aperta.
I trailer e i gameplay pubblicati da Nintendo mostrano una certa libertà e indipendenza del mondo di gioco, ma almeno allo stato attuale i primi timori rimangono proprio questi: riuscirà il mondo di gioco a non annoiarci troppo?
Tenuto all’oscuro di tutti fino all’E3 2016, erano in tanti i giocatori a chiedersi quale fosse l’identità del nuovo gioco della serie.
Durante il reveal, Nintendo ha tolto il velo e sono diventati facilmente intuibili i motivi dei numerosi rinvii di The Legend of Zelda: Breath of the Wild.
Oltre alla struttura open world, Nintendo ha infatti aggiunto diverse feature inedite, spinte al massimo del loro potenziale.
Link potrà quindi utilizzare una sorta di paracadute per planare da una montagna, far esplodere un sacco di barili combinando qualche esplosivo per eliminare i nemici e così via.
La raccolta delle risorse, l’utilizzo del fuoco per cucinare, l’esplorazione in piena libertà, gli edifici, i templi, la direzione artistica e il comparto grafico sono solo alcuni dei mille motivi per dare una chance a uno dei giochi più attesi del 2017.
The Legend of Zelda: Breath of the Wild è ormai considerato pietra miliare di Nintendo e credo che la chiave del successo di questo capitolo sia forgiata, almeno in parte, anche nei grandi misteri che circondano Hyrule.
L’ultimo trailer, divulgato in occasione della presentazione di Nintendo Switch, ha infatti gettato molte ombre sulla trama di gioco e soprattutto nel suo posizionamento all’interno della timeline della serie.
Cosa deve ricordare Link? Perché Zelda fugge, scoppiando poi in un pianto liberatorio tra le braccia di quel cavaliere senza paura e senza macchia?
Ganon tornerà oppure è direttamente lui il responsabile degli eventi che saranno narrati in The Legend of Zelda: Breath of the Wild?
Domande che rimangono, almeno per ora, senza risposta. Si può solo provare ad immaginare una trama, una storyline o quanto meno quello che accadrà nel corso delle ore che i giocatori trascorreranno all’interno di Hyrule.
Quello di cui sono sicura, però, è che The Legend of Zelda: Breath of the Wild darà nuova linfa vitale alle serie. Sperando che i cambiamenti possano essere divertenti da giocare almeno quanto da vedere.
In attesa di poter mettere le mani sul gioco, io torno a guardarmi i trailer: sia mai che riuscirò a innamorarmene ancora di più.