Da un po’ di tempo a questa parte, è diventato sempre più difficile classificare i film in base al genere. Assistiamo sempre più spesso a crossover, commedie con ogni sorta di sfumature, come action comedy, romantic comedy e via dicendo.
Allora proviamo a fare un esperimento: prendiamo Non ci resta che piangere. Aggiungiamo Romanzo Criminale. Un pizzico di Ritorno al futuro. Cosa otteniamo? La risposta ce la suggerisce Massimiliano Bruno, che porta in sala quello che rappresenta uno degli esperimenti italiani più riusciti della stagione, Non Ci Resta Che Il Crimine. A noi, invece, non resta che vederlo.
Siamo a Roma nel 2018 e tre amici di lungo corso, Giuseppe, Moreno e Sebastiano, con scarsi mezzi, ma un indomabile talento creativo, decidono di organizzare un “Tour Criminale” di Roma, alla scoperta dei luoghi simbolo della Banda della Magliana. L’idea, ne sono convinti, sarà una miniera di soldi. Se non fosse che, per un imprevedibile scherzo del destino, vengono catapultati negli anni ’80 nei giorni dei gloriosi Mondiali di Spagna e si ritrovano faccia a faccia con alcuni membri della Banda.
Come detto i nostri protagonisti verranno proiettati negli anni 80. Ecco allora che la fotografia, il montaggio e la colonna sonora si operano per far viaggiare nel tempo anche noi spettatori. Zoom decisi sui primi piani, riprese deformanti dal basso, split screen e movimenti macchina tipici da poliziesco di quei tempi, sono gli strumenti che rendono possibile tutto questo. I riferimenti della cultura pop, la Roma di quei tempi con la sua gente, le sue strade e i suoi problemi completano la cornice di Non Ci Resta Che Il Crimine.
Il regista Massimiliano Bruno non nasconde di voler rendere omaggio ad un classico del cinema italiano quale Non ci resta che piangere di Benigni e Troisi. Se il titolo poteva suggerirlo, il viaggio nel tempo ne è la conferma. Lo svilupparsi della trama all’interno di un universo alla Romanzo Criminale, risulta credibile sia grazie alla sceneggiatura, sia per merito dell’ottimo lavoro degli attori, in particolare di Edoardo Leo. L’attore romano, nei panni di Renatino, boss della banda, fa paura, incute timore e, soprattutto, crea quel contrasto che esalta il trio venuto dal futuro. Davvero una grande prova.
Non ci resta che il crimine è sicuramente uno dei film più interessanti che potrete trovare nei cinema questo periodo. La trama scorre veloce, non ci sono grandi errori e, ci teniamo a dirlo, è fatto bene. Che compriate il biglietto per il cast di altissimo livello o perché attirati dal trailer, difficilmente rimarrete delusi.