La leggenda di Re Artù e della spada nella roccia Excalibur è conosciuta in tutto il mondo ed è stata rappresentata una miriade di volte tra film d’animazione come il bellissimo “La spada nella roccia” targato Disney del 1963 e l’ultimo King Arthur – Il potere della spada uscito soli due anni fa sul grande schermo, questa volta però il regista Joe Cornish e 20th Century Fox cercano di dare un timbro diverso alla leggenda con l’obiettivo di dar vita ad un film per ragazzi con protagonisti degli adolescenti dei giorni nostri. Saranno riusciti gli autori a consegnarci un opera valida con queste premesse? Scopriamolo in questa recensione de “Il ragazzo che diventerà re“.
La leggenda di Re Artù
Come detto tutto il film si svolge nei giorni nostri con il protagonista Alex (Louis Ashbourne Serkis) che è un normale ragazzino di 12 anni che frequenta la scuola del paese insieme al suo inseparabile migliore amico Bedders (Dean Chaumoo) con tanto di problemi legati al bullismo che lo vedono spesso vittima della coppia Lance e Kaye. È proprio mentre Alex è impegnato a fuggire dai sopracitati bulli che incappa casualmente in un cantiere dove trova la leggendaria spada nella roccia Excalibur, che il ragazzo riesce ad estrarre facilmente dando il la ad una serie di eventi che cambieranno sia lo scenario sia la sua vita.
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Alex infatti diventa il prescelto, colui che dovrà salvare il mondo dalle terribili grinfie della fata Morgana, un tempo imprigionata dal Re Artù, con il determinante aiuto di Mago Merlino, la quale torna alla carica per rivendicare l’iconica spada. Lo stesso Merlino (l’ottimo Angus Imrie nella sua versione giovane e Patrick Stewart nella sua vera forma) ritorna per aiutare il giovane protagonista nella sua impresa spiegandogli la situazione e chi e cosa effettivamente dovrà combattere tra la fata e la sua schiera di guerrieri infuocati.
Ed è così che Alex si ritroverà a fare squadra sia con il suo miglior amico che con i due suoi “peggior nemici” dando vita anche ai Cavalieri della Tavola Rotonda tra viaggi in giro per l’Inghilterra e inseguimenti a cavallo o in Fiat Punto (si avete capito bene), il tutto per contrastare il pericoloso ritorno di Morgana che lo costringerà anche a reclutare un esercito scolastico di fortuna.
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Valori e politica
Nel suo “Il ragazzo che diventerà Re” Joe Cornish cerca di concentrarsi su diversi aspetti decisamente più seri rispetto alla classica vita spensierata dei ragazzini di dodici anni, infatti il regista da molta importanza al mondo nella quale si svolge tutta la vicenda attraverso una lettura politica che fa pensare subito all’odierna Brexit, sempre un argomento caldo quando si parla di Inghilterra, con il paese che risulta diviso e senza un vero e proprio leader ma che deve essere pronto a sventare una nuova minaccia trovando, in questo caso, in Alex e i suoi compagni l’unica salvezza.
Oltre ad una visione politica del film il regista mette in risalto anche la parte umana dei protagonisti enfatizzando alcuni dei valori chiave della cavalleria ribadendo spesso qualità come l’audacia e la perseveranza, seguite a ruota dalla verità e dal rispetto per i propri cari, tanto che le vicende quasi si congelano per il mancato rispetto di quest’ultimo valore con Alex che deve rimediare a degli atteggiamenti sbagliati nei confronti della madre dopo che questa gli aveva mentito a fin di bene.
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Nel complesso “Il ragazzo che diventerà Re” riesce a dare una chiave di lettura inedita alla leggenda di Re Artù mettendo sul piatto anche tematiche politiche e valori importanti ma, malgrado le idee di fondo possano essere interessanti, il film non riesce a trovare appieno la sua via mettendo insieme più generi dal comico all’avventura. Una nota positiva da sottolineare è di sicuro il personaggio di Merlino grazie al dualismo degli attori Patrick Stewart e Angus Imrie che ben si alternano nella sua interpretazione anche se, in alcuni casi come i movimenti legati agli incantesimi le movenze di Imrie risultano fin troppo esagerate.