Con l’uscita del terzo numero di Reaver, è ora di cominciare a tirare le primissime somme.
Non è ancora il momento di valutare in maniera rotonda la serie di Image Comics, certo, ma almeno guardarsi un attimo intorno e capire dove siamo questa ci abbia portati, dove siamo arrivati e dove stiamo andando a parare. Non si tratta di fare una sosta lungo un viaggio, ma solo di guardarsi un po’ intorno, e noi di Serial Gamer Italia lo faremo attraverso le righe qui di seguito.
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La storia riprende diretta da dove si era interrotta, e rinnova totalmente l’impianto narrativo ancora una volta: superata la zona gelata, il variegato gruppetto di criminali si trova davanti ad una città nemica al centro della quale sorge un forte militare. Informati dallo stregone che all’interno di questo vive un capitano che ha delle informazioni vitali per il proseguo della loro missione, gli antieroi vengono insigniti del compito di portare la sua testa al loro mandante. Oppure smettere di ricevere la dose quotidiana di antidoto che impedisce al veleno che hanno in circolo di ucciderli. Liberissimi.
Si tratta di una vera e propria missione di infiltrazione, omicidio e spionaggio, per la riuscita della quale i protagonisti dovranno mettere in campo tutte le loro peculiari abilità.
Per contro, dall’altra parte della quarta parete, i lettori potranno vedere i personaggi alle prese con un’azione che non è un puro bagno di sangue. O così si spera.
Pur mantenendo il suo tono scanzonato e tagliente, il terzo episodio di Reaver si distingue totalmente dai precedenti: tra le pagine infatti la narrazione spinge sempre verso un comparto d’azione, ma appunto essendo mancante la parte della battaglia campale, si concentra su una storia più “sottile”, sempre se di sottigliezza si può parlare quando l’obiettivo finale è tagliare la testa ad un generale e portarla ad uno stregone.
Con questo terzo numero anche i personaggi pian piano vengono approfonditi: al netto di una presenza più massiccia di alcuni all’interno della storia finora rispetto ad altri, ci si aspetta che nell’immediato futuro della serie il focus sia portato ugualmente su tutti.
Sembra comunque che si stia andando proprio in questa direzione, e infatti già con il prossimo numero sarà interessante vedere l’operato del figlio del diavolo e dello stregone relativo agli ultimi svolgimenti…
Dal punto di vista artistico il terzo numero di Reaver mantiene lo stesso impianto illustrativo, sempre ottimo, che porta la firma di Rebekah Isaacs
Celato da una ottima cover, l’apparato si ritrova coerente con il resto della produzione cambiando ancora una volta la tavolozza dei colori, qui meno freddo rispetto al secondo numero. Notevole anche come il cambio cosi repentino di ambientazioni da un albo all’altro permetta agli artisti di esprimere il loro talento in diversi tipi di atmosfere, sempre mantenendo il colpo d’occhio del fantasy classico occidentale
Concludendo, il primo punto della situazione rispetto a Reaver è positivo, per quanto naturalmente sia descrittivo di una situazione ancora del tutto in divenire. Trovando la sua forma nel fantasy classico con forti tinte dark, fino ad ora la produzione si è mantenuta leggera grazie alla sagacia e alla freschezza dei personaggi, che per questi tre numeri si sono trovati in situazioni completamente diverse l’una dall’altra, nelle quali hanno saputo farsi valere per portare a termine la loro missione.
Ogni chiusura di numeri di Reaver ci lascia intanto con la domanda su cosa succederà dopo, e speranzosi di vedere uno svolgimento maggiore nell’economia della trama. È ora infatti che questo, atteso almeno in minima parte nel numero 4, arrivi.
Passeggiare per il mondo di Reaver è certamente bello, ma il rischio è di perdere di vista l’obiettivo del viaggio, e la serie, comunque ancora agli inizi, ci guiderà senza dubbio lontano da questo pericolo.