Se appartenete alla Generazione Y, ossia ai nati tra i primi anni ’80 e la seconda metà degli anni ’90 (anche detti millennials), probabilmente sarete cresciuti con grandi sogni che oggi, in seguito alla crisi economica mondiale del 2008, vi chiederete dove siano finiti e come si siano evoluti in una manciata di lauree scomode e lavori insoddisfacenti.
Probabilmente vi starete chiedendo soprattutto dove sia finito quel tempo che credevate essere inesauribile e come lo abbiate usato. Forse starete riflettendo su quante vite avete già vissuto finora, quante etichette vi sono state affibbiate, quanti lavori avete cambiato, quanti gruppi di amici, interessi, generi musicali, tabacco, filtri, qualsiasi cosa.
Tutto questo è “Sfera”, la seconda opera edita da Bao Publishing di AlbHey Longo, da noi intervistato alla Star Shop di Perugia sabato 13 aprile.
La trama
Damiano e Chiara sono due giornalisti hipster che si incontrano ad una rassegna cinematografica, su cui entrambi devono scrivere un articolo. Una storia come se ne sentono tante. Se non fosse per il superpotere di Damiano.
Isolatosi da tempo, nasconde la capacità di creare delle sfere scure di diverse grandezze e sogna di essere utile al mondo, cercando di capire il proprio potere e provando a metterlo al servizio del prossimo. Ben presto però, si scontra con la piatta e placida realtà che lo circonda, capendo che non è facile essere un supereroe nel mondo reale.
Quando incontra Chiara però, le cose cambiano.
Finalmente dopo mesi e mesi passati nella più totale solitudine, arrivando quasi all’eremitaggio a causa di questa novità soprannaturale, ecco scattare l’amicizia tra i due ragazzi, convincendo Damiano a confidarsi.
Quasi fin da subito, insieme riescono a capire il potenziale delle capacità di Damiano, diventando un duo artistico. Presto ottengono l’attenzione della stampa italiana e successivamente quella internazionale.
È però nel momento del loro massimo splendore artistico che tutti i risultati del loro lavoro crollano, costringendo il Duo Sfera a separarsi.
Disegni e stile
Il tratto di AlbHey Longo è quello che ci aspetteremmo di trovare nel videoclip di una canzone indie rock ed è un ottimo medium espressivo dei concetti, delle atmosfere e soprattutto dei contesti contenuti in “Sfera”.
Lo stile aiuta il lettore ad avere un ritmo fluido e dinamico, con una precisa alternanza tra il semplice ed il dettagliato.
Nei tre archi narrativi della storia, abbiamo tre scelte stilistiche diverse: nel primo si esalta la lentezza con grandi riquadri pieni e dettagliati, quasi senza balloons, sottolineando la fase solitaria e meditativa di Damiano; nel secondo si ha finalmente un’esplosione di parole e dialoghi, oltreché uno stile più diversificato e libero dagli schemi dei normali riquadri; il terzo è un mix tra i primi due, sebbene sia un arco pressoché inesistente e molto più breve dei primi due.
Conclusioni
In “Sfera” si trova uno spaccato attualissimo delle sfide e dei desideri della generazione degli anni ’90.
Attraverso il racconto di una semplice amicizia, al di là dell’elemento soprannaturale della storia, si vedono la mancanza di capacità d’acquisto in contrasto con la grandezza dei sogni, la necessità di una comunicazione sincera, dell’essere compresi dagli altri, senza omologarsi, la voglia di avere qualcosa di diverso, qualcosa di più alto ed importante rispetto alle aspirazioni standardizzate imposte da una società che fa fatica a svecchiare certe mentalità.
Insomma, “Sfera” è una seconda opera di pregio per questo giovanissimo fumettista. Opera che mostra il duro lavoro di un autore sempre alla ricerca di nuove sfide per comunicare al meglio la reale natura del mondo che ci circonda e di quello che, soprattutto, ci portiamo dentro.
Un’opera consigliatissima a tutti coloro che desiderano leggere una storia che finalmente parli di loro.
Il cartonato targato Bao Publishing è elegante e disponibile in due versioni, grazie ad una con copertina alternativa illustrata da Nova, autrice di “Stelle o Sparo” edita sempre da Bao.