Sono passati quasi 11 anni, 11 anni da quel 10 novembre 2009 nel quale Activision e Infinity Ward mettevano insieme le forze per dar vita a Call of Duty: Modern Warfare 2, uno dei capitoli migliori e più amati dell’intera saga Call of Duty. Proseguendo sul successo arrivato prima da Call of Duty: Modern Warfare e poi dall’incredibile Call of Duty: Warzone in questi giorni Activision ha rilasciato a sorpresa Call of Duty: Modern Warfare 2 Campaign Remastered, la versione rimasterizzata dal team Beenox dell’iconica campagna del secondo capitolo della serie Modern Warfare andando così a rispolverare una delle campagne più emozionanti e iconiche dell’intera saga.
Epicità
Modern Warfare 2 è uno di quei giochi che ha segnato la storia degli sparatutto lasciando nei videogiocatori emozioni uniche segnando un picco quasi inarrivabile nella serie. Dopo le già emozionanti vicissitudini vissute nei panni di Soap, il secondo capitolo della saga Modern Warfare ci porta nel pieno del conflitto tra Stati Uniti e Russia con i primi che hanno fondato insieme ad altre nazioni un vero e proprio reparto di forze speciali, la Task Force 141, guidato dal generale Sheperd, che vede al suo interno anche il mitico capitano Price e il sergente Gary “Roach” Sanderson, il vero protagonista di questo episodio; il tutto mentre la Russia è guidata da una fazione di ultranazionalisti, con a capo il leader militare Vladimir Makarov.
È così che si snoda quella che a tutti gli effetti si può definire come una Terza Guerra Mondiale con le due principali fazioni, Stati Uniti e Russia, che si combattono tra loro a suon di sparatorie, file rubati e attentati, vedi l’iconica Niente Russo.
Di sicuro la campagna di Modern Warfare 2 è una delle più iconiche della serie, diverse sono le ambientazioni prese in rassegna da Infinity Ward in questa epopea di Roach, Ghost e Price, si passa infatti da campi di battaglia spietati in Russia combattendo le forze ultranazionaliste ad inseguimenti tra i tetti delle Favela brasiliane, da attacchi silenziosi alle piattaforme petrolifere (in realtà basi missilistiche russe) a spedizioni in gulag sulle coste russe del Pacifico. Non abbiamo citato però le due missioni chiave di questo capitolo della saga: “Niente Russo” e “Cliffhanger“, le due sezioni chiave e che definiscono l’intero gioco. La rappresentazione di “Niente Russo” è storia, visto che impersoniamo un membro della CIA infiltrato in un attentato russo che vede a capo proprio Makarov. Si esce da un ascensore e si spara a vista (si può scegliere se sparare o no e anche di saltare a pié pari questa missione), civili e poliziotti non fa differenza, una missione di una crudezza abbacinante ma che rappresenta appieno le due facce di un conflitto di larga scala.
“Cliffhanger” invece si erge (per me) sopra tutte gli altri incarichi, andando ad occupare un posto tra i primi delle migliori missioni di tutta la storia di Call of Duty (se non proprio il primo). La missione ci porta nel Tien Shan in Kazakistan dove dobbiamo infiltrarci in una base russa e recuperare il modulo ACS di un satellite statunitense abbattuto. Si inizia in stealth tra arrampicate e uccisioni furtive con il fondamentale cardiorivelatore per poi passare a sparatorie folli e a fughe in motoslitta.
Insomma una campagna stratificata sia per la scrittura sia per la molteplicità delle situazioni che dovremo affrontare che non sente per niente il passare degli anni anche se, ovviamente, non vede al suo interno tutte quelle migliorie apportate a livello di gameplay col passare degli anni come scivolate o coperture improvvisate. Infine per quanto riguarda la longevità parliamo sempre di quelle 5-6 per completare il tutto con l’aggiunta dei classici collezionabili, i Documenti Intelligence, utili per scovare qualche segreto e chicca della modalità storia.
11 anni e non sentirli
Dopo l’ottimo lavoro svolto da Raven Software, Activision si affida a Beenox per dar vita a quella che si presenta ben più di una semplice remastered: ogni aspetto grafico del gioco è stato rivisto, sostituito e migliorato rispetto alla versione originale. Texture, modelli poligonali e shader sono stati revisionati completamente permettendo alle ambientazioni, personaggi e armi di avere un look decisamente di alto livello tanto da far sembrare un capitolo di 11 anni fa un titolo contemporaneo arrivando solo un pelo sotto alla qualità messa in mostra da Call of Duty: Modern Warfare. Oltre ai miglioramenti grafici troviamo anche un frame rate quasi perfetto sui 60fps con qualche intoppo qua e la e qualche sporadico freeze per pochi attimi che comunque non rovinano l’ottima esperienza di gioco.
Sempre presente anche l’eccellente colonna sonora firmata Hans Zimmer (autore di brani per Il Gladiatore, Rain Man, il Cavaliere Oscuro solo per citarne alcuni) e Lorne Balfe che è un tripudio di emozioni così come la campagna stessa.
Una remastered coi fiocchi
C’è poco da dire Call of Duty: Modern Warfare 2 Campaign Remastered è una mossa praticamente perfetta da parte di Activision che riporta in auge una delle campagne single player più amate dal pubblico di Call of Duty andando a rinnovare ogni singolo aspetto grafico della produzione e mantenendo invariati i carichi emotivi trasportati da questo viaggio tra Russia, America e Brasile. Anche per quanto riguarda il prezzo contenuto, 24,99€, Activision ha fatto centro visto che ci sembra decisamente adeguato per i contenuti offerti in questa Remastered. Unica nota personale: vista l’assenza del multiplayer (scelta più che giustificata e giusta da parte di Activision) speriamo che con i prossimi DLC verranno introdotte in Call of Duty: Modern Warfare tutte le mappe multiplayer presenti in questo capitolo della serie.
*Versione Testata: PS4, grazie al codice fornitoci dal publisher