L’ultima serata si aprirà con la cerimonia di premiazione delle classi vincitrici del Concorso nazionale CinemAmbiente Junior (domenica 4 ottobre, ore 21, Sala Cabiria), rivolto alle Scuole Primarie, Secondarie di I e II grado, l’unica sezione competitiva dell’edizione di quest’anno.
Ecco la programmazione di oggi e domani:
- Lords of Water (sabato 3, ore 16.15, Sala Rondolino), di Jérôme Fritel. A fronte delle previsioni secondo cui entro il 2050 un quarto della popolazione mondiale vivrà in un Paese afflitto da scarsità idrica, stanno maturando le condizioni ideali per un nuovo, lucroso mercato. Girato in America, Europa e Australia, il film indaga la “finanzializzazione” dell’acqua, la corsa all’oro blu che sta già mobilitando molti “cercatori” – grandi banche, fondi speculativi e fondi di investimento –, che stabilirà nuove relazioni di potere e che darà il via a una battaglia destinata a combattersi non solo sul fronte economico, ma anche su quello ideologico, politico, ambientale.
- Once You Know (sabato 3, ore 16.30, Sala Soldati e online su MYmovies), lungometraggio del regista franco-statunitense Emmanuel Cappellin, è un’esplorazione intima e personale di una condizione esistenziale segnata dalla consapevolezza della verità sui cambiamenti climatici e sul loro impatto nel futuro. Interpellati cinque dei massimi esperti mondiali di clima ed energia, l’autore si domanda come sia possibile continuare la nostra vita di sempre una volta saputo quello che ci attende, trovando una via di uscita in forme possibili di resilienza individuale e collettiva.
- Máxima (sabato 3, ore 17.30, Sala Cabiria), diretto dalla regista peruviana Claudia Sparrow e presentato in collaborazione con Amnesty International. Il lungometraggio porta sullo schermo la vicenda di Máxima Acuña, contadina del Nord del Perù, che da anni si batte contro la più grande compagnia mondiale d’estrazione dell’oro, la Newmont Mining Corporation, opponendosi all’espropriazione dei terreni della sua famiglia e ostacolando il miliardario progetto di espansione della multinazionale, destinato a distruggere l’ecosistema della zona. La storia della “campesina” andina – insignita nel 2016 del Goldman Environmental Prize – e della sua strenua resistenza a violenze, minacce, intimidazioni, diventa nel film anche l’occasione per indagare i meccanismi di un sistema che per proteggere i propri interessi non esita né di fronte alla violazione dei diritti umani, né di fronte al crimine ambientale.
- Sumercé (sabato 3, ore 19.30, Sala Rondolino), di Victoria Solano. Nel lungometraggio, la regista colombiana segue tre attivisti del suo Paese – i due leader contadini Rosita Tres e Don Eduardo e l’emergente leader politico Cesar Pachón – che si oppongono alla decisione del governo di Bogotá di concedere alle compagnie minerarie permessi di sfruttamento in un numero esponenzialmente crescente di aree rurali. Ritratto corale, il film – presentato in collaborazione con Slow Food – esplora le ragioni profonde delle battaglie di chi, in Colombia, combatte a rischio della vita, in nome dei dodici milioni di contadini che rivendicano il diritto al vitale accesso all’acqua, impedito dalle attività estrattive, e a rimanere nelle terre in cui sono nati, da cui dipendono per la propria sopravvivenza e a cui li lega un rapporto ancestrale.
- The Troublemaker (sabato 3, ore 20, Sala Cabiria). Diretto dal regista inglese Sasha Snow, il film approfondisce le ragioni e le emozioni profonde di due percorsi personali molto diversi, ma approdati entrambi alla consapevolezza della gravità del fenomeno dei cambiamenti climatici e alla decisione di fare quanto possibile per contrastarlo: quello di Sylvia Dell, pensionata, madre di quattro figli, non militante estremista, ma semplice e pacifica cittadina, e quello di Roger Hallam, il fondatore radicale di Extinction Rebellion, movimento internazionale, socio-politico, nonviolento, nato due anni fa in Inghilterra in risposta alla devastazione ecologica causata dall’antropizzazione. Attraverso le loro testimonianze, il mediometraggio intende essere un invito ad abbandonare la resistenza passiva e promuovere un impegno diretto e una partecipazione collettiva alla lotta per il clima.
- Cosmos. Le Voyage des Amerindiens (sabato 3, ore 21.45, Sala Rondolino), diretto dallo svizzero Daniel Schweizer. Protagonisti del lungometraggio sono alcuni indios delle tribù amazzoniche Macuxi e Yanomami, che, su invito dell’ONG “La Société pour les Peuples Menacés”, lasciano la loro foresta – microcosmo in pericolo, ma anche mondo di spiriti luminosi, saperi ancestrali e armonia con la natura – per partecipare a un forum delle Nazioni Unite a Ginevra. La loro odissea nel mondo dei bianchi si trasforma in uno sguardo etnografico inverso, una critica sciamanica alla società dei consumi, mentre la loro convinzione che possa avverarsi a breve la profezia della “caduta del cielo sulla Terra” – con la conseguente scomparsa dell’uomo – e che solo l’unione di tutti i leader spirituali del mondo possa scongiurarla ha molto da dire alla civiltà occidentale sul modo migliore di tutelare il Pianeta.
- Pariah Dog (sabato 3, ore 22, Sala Cabiria, e online su MYmovies), dello statunitense Jesse Alk. Vincitore di un gran numero di premi internazionali, il film ci porta in India, il Paese che ha il maggior numero di cani randagi al mondo e dove oggi ferve un accesso dibattito sulla compatibilità del discutibile primato con l’immagine di una nazione in via di rapida modernizzazione. Girato a Calcutta, il lungometraggio è un caleidoscopico ritratto della città vista, insieme, dalla prospettiva dei cani che tentano di sopravvivere nella megalopoli e di quattro compassionevoli “outsider” che, nonostante i propri scarsi mezzi, si prendono cura di loro: una storia di vite parallele in cui umani e animali condividono una condizione di marginalità in un mondo duro e indifferente.
- Ez, eskerrik asko. Gladysen leihoa (sabato 3, ore 22.30, Sala Soldati), diretto dalla regista basca Bertha Gaztelumendi e dedicato a Gladys del Estal Ferreño, l’attivista ventitreenne uccisa a Tudela il 3 giugno del 1979 dalla Guardia Civil nel corso di una manifestazione antinucleare pacifica e autorizzata. Accanto al ritratto di Gladys – diventata un simbolo dell’ambientalismo basco – e alla cronaca di quella giornata, il lungometraggio ricostruisce il clima del periodo che portò alla nascita del movimento antinucleare nei Paesi Baschi (dove allora era prevista la costruzione di una nuova centrale proprio vicino a Tudela) e nel resto del mondo. Al film è abbinato il cortometraggio Explose, della francese Cendrine Robelin, che scandisce sulle musiche di un gioioso carnevale filmati d’archivio di esplosioni nucleari a catena, in un sarcastico invito a continuare la festa.
- Kiss the Ground (domenica 4, ore 16, Sala Cabiria), il nuovo film dei due acclamati documentaristi statunitensi Josh e Rebecca Tickell, da anni presenti al Festival con i loro lavori. Nella prospettiva di una soluzione accessibile e realizzabile al problema del riscaldamento globale, il lungometraggio esplora le potenzialità dell’agricoltura rigenerativa come pratica in grado di aumentare la capacità dei terreni di catturare e stoccare il carbonio, rimuovendolo dall’atmosfera e così determinando la stabilizzazione del clima, il ripristino di ecosistemi alterati e, non ultimo, l’aumento della produzione agro-alimentare. Girato in cinque continenti, supervisionato da più di cento esperti e scienziati, il film è narrato da Woody Harrelson e vede la partecipazione di “eco-celebrities” come Gisele Bündchen, Tom Brady, Jason Mraz, Ian Somerhalder, Patricia Arquette e Rosario Dawson.
- La via del bosco (domenica 4, ore 17.30, Sala Rondolino), diretto da Francesca Frigo, regista romana attiva a Torino, e dedicato alle foreste, a cui le sfide imposte dalla crisi climatica e il ritorno alle zone rurali restituiscono oggi il ruolo di fattore di sviluppo economico e sociale andato perduto nel tempo. Il mediometraggio, prodotto dalla Regione Piemonte, si sofferma specificamente sul lavoro dei tecnici professionisti che, attraverso il monitoraggio e la progettazione, gestiscono i rapporti sempre mutevoli tra uomo e foreste, in modo che queste tornino ad essere ecosistemi equilibrati e in grado di aiutarci a fronteggiare le conseguenze del riscaldamento globale.
- Diretto da Troy Hale, regista e giornalista statunitense vincitore di 26 Emmy Awards, Sh*t Saves the World (domenica 4, ore 19, Sala Rondolino) è un viaggio a tappe in diversi Paesi e città – Sydney, Londra, Chicago, San Diego, Messico, Tanzania, India, Irlanda e Scozia – che esplora con una narrazione divertente e ironica possibilità di salvaguardia del Pianeta efficaci, anche se spesso elegantemente tralasciate nei dibattiti sul futuro del mondo. Il lungometraggio illustra, infatti, la produzione e l’impiego, sempre più diffuso, di quelle fonti di energia altamente rinnovabili ricavate dalle deiezioni degli organismi viventi (biomasse), cui soprattutto gli umani contribuiscono in misura crescente grazie al loro enorme consumo di cibo.